Per Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, questa è con ogni probabilità la seconda estate più calda degli ultimi 200 anni, dopo quella del 2003. E ciò che più sconcerta è che prevede che da qui a 50 anni sarà la normalità. In un’inchiesta realizzata in Italia, il Guardian mette in risalto gli effetti del riscaldamento globale nel nostro Paese. E per farlo prende come spunto uno dei luoghi più belli, ma anche a maggior rischio per i cambiamenti climatici: le Dolomiti.
A quanto pare gli escursionisti che si sono recati lì quest’estate sono rimasti delusi in quanto, armati di picconi ed equipaggiamento da montagna, forse avrebbero fatto meglio ad indossare il costume da bagno. E’ l’effetto dei mutamenti climatici per esempio sul lago Antermoia, un lago glaciale a 2.500 metri d’altezza che per tutto l’anno rimane congelato e d’estate normalmente si scioglie ma ha temperature bassissime. Quest’anno i turisti facevano i tuffi come se si trovassero a Rimini.
Come spiega Andrea Weiss, guida turistica della Val di Fassa, di solito gli anni scorsi i turisti immergevano solo i piedi per trovare un po’ di refrigerio in questo lago. Quest’anno ci nuotano dentro. Per questo l’area intorno al lago assomiglia ad una spiaggia. Sono gli effetti più evidenti del riscaldamento globale che si manifestano anche ad esempio sugli altri ghiacciai che devono essere coperti da teli di plastica d’estate per non essere sciolti dai potenti raggi solari.
Secondo Mercalli però questi sforzi non sono sufficienti, tanto che al massimo possono riuscire a rallentare il processo dello scioglimento, ma non a fermarlo. Secondo le sue previsioni di qui a fine secolo ci saranno il 10% in meno dei ghiacciai italiani ed il Monte Bianco sarà imbiancato soltanto per un piccolissimo tratto sulla punta. A quanto pare ormai non si può più tornare indietro. Duecento anni di emissioni industriali, aggiunte anche agli incendi e agli altri disastri umani, non si possono cancellare con politiche verdi, ed il massimo che possiamo fare è appunto rallentare il fenomeno, ma non fermarlo.
[Fonte: The Guardian]
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