Come dicevamo qualche giorno fa, il testo definitivo del Quinto Conto Energia non è piaciuto davvero a nessuno. I motivi sono essenzialmente due, ma le varie associazioni lamentano diversi risvolti negativi che questa decisione del Governo impone loro. Essenzialmente si contesta che i sussidi siano diminuiti, in alcuni casi addirittura dimezzati, e si è istituito l’inutile, e a volte dannoso, registro degli impianti fotovoltaici che davvero non voleva nessuno.
Inoltre, ad aggravare la situazione c’è da dire che il precedente Conto Energia sarebbe dovuto durare fino al 2016, portando così le varie imprese a fare investimenti sul lungo termine che invece in questo modo vengono “bruciati” a causa del taglio degli incentivi che rendono meno conveniente effettuare certi tipi di investimenti. Per il Presidente di ISES ITALIA Zorzoli, si tratta di un duro colpo alle prospettive di tutte le rinnovabili, non solo il fotovoltaico che viene colpito maggiormente, ma di tutto il comparto.
Ciò che si contesta è che il Governo non abbia voluto dare ascolto alle istanze degli addetti al settore che hanno presentato diverse proposte (a volte a costo zero), ed anche se ha rivisto il testo iniziale, le modifiche non si sono nemmeno avvicinate a quelle richieste. Tra di esse c’era per esempio il fondo di garanzia per le biomasse ed il teleriscaldamento, maggiori margini di incentivazione verso l’efficienza energetica, ma soprattutto la riduzione degli ostacoli burocratici che, come abbiamo visto, sono invece aumentati.
C’è anche chi parla di scelta “recessiva” per il Paese come Agostino Re Rebaudengo presidente di Aper:
Permangono dei gravi elementi che ci preoccupano, a partire dall’assenza di un periodo transitorio adeguato a tutelare gli investimenti in corso fino alla mancata opportunità di sviluppo per le filiere produttive. Soprattutto rileviamo che non è stata prevista alcuna reale misura di semplificazione volta a ridurre gli “extra costi” subiti dal settore a causa della burocrazia, ma addirittura sono stati introdotti ulteriori meccanismi quali le aste, i contingenti annuali di potenza per i nuovi impianti e per i rifacimenti di quelli esistenti, l’introduzione dei registri anche per gli impianti di piccola taglia. Nessun accenno infine a politiche di supporto per il raggiungimento della grid parity: stupisce che i decreti non contemplino infatti la possibilità dell’innalzamento del limite dello scambio sul posto e l’implementazione dei SEU, che potrebbero al contrario rappresentare un nuovo paradigma di sviluppo per la generazione distribuita.
Ancora più critica Azione Energia Solare che ha parlato di “pietra tombale” per molte aziende italiane che vedono oltre confine la Germania che aumenta le agevolazioni, e l’Italia che le sottrae. Da questo link si può leggere il testo definitivo, a voi i commenti.
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