L’associazione Italia Nostra lancia l’allarme su 10 grandi parchi italiani minacciati da asfalto e cemento, impianti fotovoltaici, trivellazioni petrolifere, basi militari, centrali eoliche, a biomassa e altro ancora. Ecco i dieci parchi più gravemente minacciati: il Parco dello Stelvio, il Parco delle Alpi Apuane, il Parco Sud Milano e Parco del Ticino, i Parchi del Delta del Po, il Parco archeologico dell’Appia Antica, i Parchi della Calabria (Sila e Pollino), il Parco delle Cinque Terre, il Parco geo-minerario della Sardegna, il Parco della Sughereta di Niscemi in Sicilia e il Parco della Collina di Torino.
Molto grave, secondo l’associazione per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente, la mancanza di controlli e di trasparenza e meritocrazia nel designamento dei consigli direttivi dei parchi, nonché varie modifiche alle leggi sui parchi regionali. Con la crisi, inoltre, sono arrivati pesantissimi tagli. I responsabili di Italia Nostra hanno sottolineato come le aree protette
hanno subito, specie negli ultimi anni, pesanti e costanti tagli. Attualmente i fondi per il funzionamento e il personale dei parchi terrestri, ammontano a circa 70 milioni di euro/anno. A questi vanno aggiunti 3.354.000 euro per il 2012, 5.644.000 euro per il 2013, 5.237.000 euro per il 2014 per programmi e interventi nelle Aree protette. Allarmanti i dati sui fondi destinati alle Aree Marine Protette che in 10 anni sono diminuiti del 70%. Si è passati dagli 8,5ml del 2001 ai 3,6ml (0,0002% del PIL) del 2012. Nello stesso periodo il numero delle Aree Marine è passato da 17 nel 2001 a 27 di oggi.
Italia Nostra ritiene che al pericolo per i nostri parchi nazionali debba essere data ampia risonanza, anche per questo l’associazione ha deciso di orientare la sua campagna di sensibilizzazione “Paesaggi sensibili 2012/2013” sul valore dei parchi naturali. Il presidente di Italia Nostra Alessandra Mottola Molfino in proposito ha dichiarato:
L’intreccio di patrimonio naturale, paesistico, storico e artistico è un tutt’uno che deve essere tutelato. Le continue interferenze dell’uomo, con insediamenti di ogni tipo, dalle grandi opere che rompono le reti e i corridoi ecologici, alle infrastrutture invasive, impongono un’inversione di tendenza. Il futuro dell’Italia è di tornare a essere il “giardino d’Europa”.
Photo Credits | michele.discardi su Flickr
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