Della crisi economica si è molto avvantaggiata la Cina che, avendo costi di produzione bassissimi, può espandere il proprio mercato in tutto il mondo perché si può permettere dei prezzi che da noi ci possiamo solo sognare. Ma spesso questi prezzi bassi nascondono una manodopera sfruttata ai limiti dello schiavismo e prodotti di qualità scarsa. Per contrastare tutto ciò in Europa si discute da anni di imporre dazi doganali più alti per i prodotti cinesi. In America non ci hanno pensato due volte ed hanno inserito un surplus di tasse, a cominciare dai pannelli solari.
Si tratta di dazi doganali che aumenterebbero di circa un terzo il costo dei moduli. Per la precisione si tratta di un incremento del prezzo finale del 31% che in termini assoluti si tratta di 30 centesimi per watt. E per capire quanto bassi siano i prezzi dei moduli cinesi basti pensare che la richiesta delle associazioni statunitensi era di portare il dazio al 50% in modo da far pareggiare il costo di produzione in patria. Insomma, anche con un incremento del 31% i pannelli cinesi continuano ad essere più convenienti.
L’associazione dei produttori di rinnovabili americana stima che a causa di questa concorrenza sleale negli USA sarebbero a rischio tra i 15 ed i 50 mila posti di lavoro. Numeri che con questa crisi proprio non ci vogliono. Ma non finisce qui. L’allarme ora è duplice perché i cinesi non sono stupidi, ed ora rischiano di adottare due strategie per aggirare la tassa. C’è infatti la possibilità di spostare la produzione al di fuori della Cina, in Paesi che, se possibile, sono ancora più poveri, in modo da pagare la tariffa doganale solita; oppure i prodotti venduti in Cina potrebbero essere commercializzati attraverso altre nazioni come Taiwan, mantenendo così gli stessi dazi che ci sono oggi. In quest’ultimo caso il costo salirebbe, ma non comunque a sufficienza.
E che dire di noi in Europa che non abbiamo nemmeno preso in considerazione un’ipotesi del genere? Anzi, forse è anche peggio visto che con il nuovo Conto Energia che ha in mente il Governo, i finanziamenti rischiano di andare più verso gli acquisti dei prodotti cinesi che verso quelli italiani.
[Fonte e foto: Treehugger]
Theresa 1 Marzo 2017 il 1:31 am
You can definitely see your skills within the article you write.
The world hopes for more passionate writers such as you who aren’t afraid to say how they believe.
Always follow your heart.
Feel free to visit my webpage – ig