François Hollande si è appena insediato all’Eliseo. Come Presidente della Repubblica francese ha cominciato subito a lavorare sui temi economici che sono al centro del dibattito internazionale in questi giorni, ed in particolare sui rapporti con Germania e Grecia, ma il socialista non ha voluto snaturare il “colore” del suo schieramento politico, ed ha le idee ben chiare in mente anche sui temi ambientali.
Per ora, visto che si è insediato da pochi giorni, non ha avuto modo di avviare l’iter legislativo sul tema, ma dobbiamo basarci su ciò che ha promesso in campagna elettorale, sperando che mantenga la parola data. Cominciamo subito col dire che Hollande di certo non passerà alla storia come il Presidente più green del pianeta, ma ha comunque intenzione di avviare una serie di progetti che favoriranno in special modo le rinnovabili.
Il tema su cui è stato più chiaro però è il nucleare. La Francia è il Paese che più di tutti al mondo dipende dall’energia dell’atomo. Spinto dalla richiesta popolare di uscire da questa forma energetica, Hollande si rende conto che passare dal 75% del fabbisogno energetico nazionale coperto dal nucleare allo zero sarebbe impossibile. Per questo, contrariamente a quanto fatto dal suo predecessore che voleva continuare con il programma nucleare, ha promesso che la Francia in futuro dipenderà meno dall’atomo. Il suo obiettivo è di arrivare al 2025 con un 25% di energia nucleare in meno, sostituita dalle rinnovabili, con le centrali atomiche che provvederanno a coprire “solo” il 50% del fabbisogno totale. E’ almeno un passo avanti.
Per poter favorire le rinnovabili, Hollande ha intenzione di eliminare gli ostacoli burocratici che ne favoriscono lo sviluppo. Ad esempio attualmente c’è un regolamento che limita i finanziamenti statali nell’eolico a centrali con un minimo di 5 turbine. Hollande vuole eliminare questo limite per favorire il mini-eolico. Ma non solo. Infatti Marie-Hélène Aubert, consigliere per l’energia e l’ambiente, ha annunciato che è nelle intenzioni del neo presidente di elargire degli incentivi fissi e soprattutto stabili al campo delle rinnovabili, dando una certa sicurezza agli imprenditori che non devono stare con l’ansia di vedere i finanziamenti sottratti da un anno all’altro. Dunque possiamo attenderci a breve, entro autunno 2013, una sorta di conto energia pluriennale che favorisca lo sviluppo energetico rinnovabile. Infine ha deciso di mantenere la continuità con il suo predecessore Sarkozy soltanto per quanto riguarda il taglio delle emissioni che al 2020 rimane al 30%.
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