Mentre le tantissime città del mondo si contendono la palma di fotografia più bella durante l’ora della Terra, l’ora che andava dalle 20:30 alle 21:30 in cui i monumenti più importanti di una nazione venivano spenti, cominciano ad arrivare i primi dati.
Sì perché quell’unica ora non è servita solamente come simbolo per dimostrare come sarebbe la nostra vita se non saremo attenti all’ambiente, ma anche a risparmiare migliaia di euro in elettricità e milioni di tonnellate di CO2, con tutto quello che ne consegue, inutilizzate per l’illuminazione. Ebbene, Earth Hour ha fatto davvero la differenza. Le centrali elettriche a gas e a carbone hanno avuto un crollo nella produzione elettrica in quelle ore, ma ancora di più c’è stato il calo per quanto riguarda l’energia nucleare. Chissà quante scorie radioattive in meno si saranno prodotte.
Tanya-Wilson Bruckmueller del Toronto Hydro e grande sostenitrice dell’iniziativa ha dichiarato che l’Earth Hour è stata un gesto simbolico, che indica che le azioni delle persone possono fare una grande differenza. Secondo lei se le persone riducessero il loro consumo, le centrali elettriche produrrebbero meno energia, come successo sabato sera quando, in previsione dell’Earth Hour, il ciclo di produzione energetico è stato ridotto perché si sapeva che non sarebbe servita tanta elettricità. L’energia viene prodotta secondo il calendario previsto, e il calendario per sabato sera aveva una previsione del calo della domanda. La riduzione nella zona da lei rilevata, l’Ontario, si è rivelata di 920 megawatt. Di questi oltre un terzo provenivano da centrali nucleari. Il resto dall’idroelettrico, gas e carbone, e solo in piccola parte da vento, petrolio e altre fonti.
Saremmo curiosi di conoscere i dati italiani, che saranno sicuramente inferiori, visto che la campagna è stata portata avanti molto su internet, poco sui giornali e per niente dalla televisione. Ma sicuramente, anche da parte nostra, un risparmio in termini di inquinamento ci sarà stato.
Fonte: [TreeHugger]