Ormai è una maledizione: Fukushima vive un’altra giornata di Passione. Ed essendo sotto Pasqua non può essere più azzeccata. Lo ha annunciato la stessa Tepco, ma anche se l’incidente è capitato sempre alla stessa centrale nucleare, la natura dei problemi è ben diversa. Questa volta a preoccupare è una conduttura che collega l’impianto di desalinizzazione con cui viene raffreddata la centrale al serbatoio di stoccaggio.
Nella giornata di giovedì 5 aprile questa conduttura si è staccata. L’immediata conseguenza è stata il rilascio in mare di 12 tonnellate di acqua radioattiva. Ecco, il problema con le centrali nucleari è proprio questo. Gli incidenti capitano ovunque e a tutte le industrie prima o poi. La differenza tra una centrale nucleare e qualsiasi altro tipo di centrale è che se c’è un guasto ad un impianto normale, i danni possono essere lievi e limitati; quando accade ad una centrale nucleare fuoriesce del materiale radioattivo che può distruggere tutto ciò che trova e che ci mette secoli per essere smaltito.
Nel suo annuncio la Tepco ha anche ammesso che nell’ultimo anno, cioè da dopo il terremoto/tsunami che ha devastato l’area, di perdite del genere ce ne sono state numerose, come quella del mese scorso in cui le perdite di materiale radioattivo sono state 120 tonnellate, 10 volte quelle di due giorni fa. Ed il Governo che fa? Nonostante le bugie siano costate il seggio al presidente precedente, continua a mentire, affermando che non ci sono problemi per la salute.
E allora come mai quando un team di esperti è andato a misurare i livelli di radioattività, non si è potuto avvicinare a meno di 30 km dalla centrale? E’ accaduto infatti nei giorni scorsi che un gruppo di ricercatori abbia tentato di misurare i livelli di radioattività nell’oceano di fronte alla centrale di Fukushima. Peccato che il Governo abbia dato l’autorizzazione ad effettuare le rilevazioni da 30 a 300 km di distanza dalla costa, e non entro i 30 km. Ovviamente i risultati, pubblicati su Pnas, hanno dimostrato che qui i livelli di radioattività sono alti ma entro la soglia di pericolosità. Ma siamo sicuri che se le rilevazioni fossero state fatte in acque più vicine, i risultati sarebbero stati ben diversi.
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