Milano, una delle città italiane maggiormente inquinate e con un’aria pessima, che mina la salute dei cittadini e abbassa considerevolmente la qualità della vita. Eppure l’urbe lombarda è anche una tra le metropoli della penisola ad essere più restrittiva nei confronti dei suoi abitanti proprio riguardo al regolamento delle emissioni e alla circolazione del traffico cittadino.
Pensiamo all’ecopass ad esempio che ha ridotto gli ingressi in città per i veicoli maggiormente inquinanti, introducendo una tariffa che ha fatto scemare non solo il portafoglio dei milanesi, ma anche la cappa di smog che aleggiava sulla città per via dell’eccessivo via vai di auto e mezzi ad alto tasso di emissioni come i Suv.
E improvvisamente proprio con l’introduzione della tassa sull’entrata in città i cittadini del capoluogo lombardo sono diventati più virtuosi, lasciando spesso a casa l’automobile e utilizzando maggiormente i mezzi pubblici, che tra l’altro a Milano sono abbastanza efficienti. Pensate che soltanto nel suo primo anno di emissioni l’Ecopass ha consentito di ridurre il traffico in centro del 14,4% e le emissioni di polveri sottili di ben il 19%.
Il 2008 è stato per Milano l’anno che ha fatto registare le minori concentrazioni di polveri sottili della storia della città dopo il suo sviluppo industriale ed economico. Nonostante il miglioramento del trasporto pubblico, l’introduzione di un servizio di bike-sharing e la tassa sugli ingressi in città, gli occhi dell’Unione sono puntati ancora una volta su Milano perchè il tasso di smog resta comunque troppo alto e sono in arrivo ulteriori multe per il superamento della soglia di polveri sottili consentite. Secondo Edoardo Croci, assessore a Mobilità, Trasporti e Ambiente del Comune milanese, ciò è dovuto alla peculiarità meteoclimatica del territorio dell’urbe:
Nonostante i milanesi siano responsabili di meno emissioni rispetto ad altre grandi città, le condizioni meteoclimatiche della pianura padana favoriscono l’accumulo degli inquinanti.
Si sta dunque cercando non solo di ridurre le emissioni per risolvere la situazione di emergenza, bensì di adottare un vero e proprio sviluppo ecologico della comunità milanese. Tramite ad esempio misure sul fronte del risparmio energetico, sviluppando il teleriscaldamento (forma pulita ed economica) e nuovi standard per la costruzione di edifici ad alta efficienza energetica.
Il cammino da percorrere è ancora lungo per uscire dalla coltre di smog e rivedere il sole, ma Milano può e deve tornare respirabile e vivibile, e la strada per migliorarne la qualità della vita passa inevitabilmente per un piano di sviluppo ecosostenibile.
[Fonte: Gente]
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