Un nuovo studio della Queen’s University dimostra che i detergenti usati per ripulire gli sversamenti di gasolio nel mare in realtà aumentano la tossicità per i pesci, il che li rende più nocivi. Spiega il professore di biologia Peter Hodson:
I detergenti possono essere il modo migliore per trattare i versamenti a lungo termine, perché la dispersione del gasolio viene diluita e degradata. Ma a breve termine, aumentano la biodisponibilità e la tossicità del combustibile fino a 100 volte.
I detergenti sono disperdenti del petrolio che diminuisce la tensione superficiale tra olio e acqua, e permette di mescolare il petrolio galleggiante con l’acqua in piccole goccioline. Il dr. Hodson ed il suo team hanno rilevato che la dispersione riduce l’impatto potenziale del gasolio sulla superficie abitata dagli animali, mentre questo dovrebbe migliorare la biodegradazione, creando anche una maggiore riserva di petrolio nella colonna d’acqua.
Questo aumenta il trasferimento di idrocarburi dal petrolio all’acqua. Spiega il Dr. Hodson:
Gli idrocarburi possono passare facilmente dall’acqua nei tessuti e sono letali per i pesci nelle prime fasi della vita. Questo potrebbe seriamente compromettere la salute delle popolazioni ittiche, con conseguente riduzione a lungo termine in ritorni economici per le attività di pesca.
I ricercatori hanno inoltre stabilito che, anche se non vi sono disperdenti chimici in genere utilizzati nelle acque dolci, nei fiumi che scendono a valle questi agenti chimici possono disperdersi ugualmente con uguale dispersione di gasolio da navi e battelli, finendo con il creare effetti negativi simili. Conclude la sua relazione il dr. Hodson:
Non importa se il petrolio viene disperso da sostanze chimiche o con i metodi attuali. Ora che sappiamo quanto mortale possa essere il petrolio disperso, è importante valutare i rischi di fuoriuscite di gasolio per la pesca in termini anche di ripercussioni economiche, e riconsiderare il calendario della pesca relativamente alla deposizione delle uova di pesce e del loro sviluppo.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista Environmental Toxicology and Chemistry.
Fonte: [Sciencedaily]
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