Da diverso tempo la stampa e i media avevano parlato dell’inquinamento da petrolio nelle acque della Basilicata, ma oggi la notizia è più allarmante: da sabato scorso dal pozzetto HV 519 dell’oleodotto Eni di Metaponto che serve il tratto Viggiano-Taranto sono tracimate decine di metri cubi di olio. La località Pizzica-bivio Giulianello è quella più colpita anche se, rassicura la compagnia petrolifera “non ci sono danni alle falde acquifere”; ma gli enti locali e i Verdi si dicono preoccupati e chiedono maggiori spiegazioni.
L’Eni è subito intervenuta per arginare il problema e aspirare l’olio fuoriuscito dal pozzetto che si è riversato in un’area di circa 6mila metri quadrati, e ha informato che non ci sono problemi per la salute o possibili contaminazioni delle falde sotterranee, perché
L’area circostante è caratterizzata da una composizione del terreno limo-argilloso che ha evitato l’interessamento delle falde acquifere.
Per verificare l’adeguatezza dei sistemi di controllo e per far luce sull’accaduto, il dipartimento Ambiente della Regione Basilicata convocherà la compagnia petrolifera anche per rassicurare i cittadini, gli enti locali e il gruppo dei Verdi. Si teme difatti la contaminazione delle acque sotterranee, molto diffuse nell’area attraversata dai fiumi Basento e Bradano in cui è avvenuta la fuoriuscita di olio. Il danno per la salute e per l’ambiente sarebbe notevole anche se la sostanza tossica è già stata aspirata dall’Eni. Il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha chiesto l’intervento del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, affinché si faccia al più presto luce sulla situazione. Chiarezza viene richiesta anche dall’assessore all’Ambiente della regione Basilicata Vilma Mazzocco, perché
Per la Regione è indispensabile che il trasporto lungo l’oleodotto avvenga secondo i più elevati standard di sicurezza e di salvaguardia per l’ambiente che la tecnologia è in grado di offrire.
[Fonti: Il Corriere della Sera; Adnkronos]
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