Greenpeace da diverso tempo porta avanti una campagna di sensibilizzazione nell’uso del tonno in scatola, dopo blitz e informazione, l’eminente associazione ambientalista pubblica i risultati del sondaggio “Tonno in scatola”, cominciato 3 mesi fa per scoprire cosa pensano i consumatori della “sostenibilità delle scatolette di tonno vendute in Italia”.
25mila risposte sono pervenute ai banchetti di Greenpeace e quello che emerge, per il 99% dei casi, è la volontà da parte dei consumatori di chiedere alle aziende di “migliorare, di pescare tonno con metodi sostenibili e di essere più trasparenti”. Il sondaggio dello scorso 17 novembre offriva la possibilità di dire la propria opinione in merito e di documentarsi sul tonno che finisce nelle nostre tavole. Purtroppo la sicurezza del marchio non c’è e, come si può approfondire nel dossier “I segreti del tonno. Cosa si nasconde in una scatoletta?”, la maggior parte delle scatolette del mercato italiano non offrono alcuna garanzia né sulla qualità del tonno, né sulla sostenibilità dei metodi di pesca utilizzati. Vediamo le domande e le risposte del sondaggio:
- Continueresti a comprare tonno in scatola se sapessi che per pescarlo vengono uccisi migliaia di squali e tartarughe? NO 97,54%. SI 2,46%
- Pensi che scrivere sulla scatoletta “ingredienti tonno” sia un’informazione sufficiente a sapere che tonno mangi? NO 97,65%. SI 2,35%
- Secondo te i produttori di tonno in scatola danno poche informazioni ai consumatori perché… pesca distruttiva (46,65%), tonno a rischio (27,14%), pesca illegale (25,13%), nessun segreto (1,08%)
- Al momento sul mercato italiano non esiste una marca di tonno 100% sostenibile. Cosa dovrebbero fare le aziende per cambiare in meglio le proprie scatolette? pesca sostenibile (51,84%), più informazioni (34,53%), riserve marine (13,34%), nulla (0,29%).
In effetti la pesca al tonno è spesso eccessiva, indiscriminata e illegale, minaccia l’intero ecosistema marino. Cinque delle otto specie di tonno sono a rischio estinzione, compreso il tonno pinna gialla, il più consumato nel nostro Paese.
[Fonte e foto: Greenpeace]