Ieri nel pomeriggio è terminato lo svuotamento del secondo serbatoio, contenente circa 410 metri cubi di carburante, con una velocità do aspirazione di circa 8 metri cubi l’ora. Non si placano tuttavia le paure per un imminente disastro ambientale visto che, da quanto si legge sul quotidiano toscano “Il Tirreno”, la nave sta collassando sotto il suo peso.
I tecnici della Smit e della Tito Neri si sono già attivati per portare via il carburante dal terzo serbatoio, anch’esso pieno di 410 metri cubi di olio combustibile, si stima che entro il fine settimana l’operazione di pompaggio del carburante dai primi sei serbatoi sarà concluso, condizioni meteo permettendo. Poi si procederà con gli altri nove serbatoi. Questa mattina è previsto un sopralluogo della Commissione Territorio e Ambiente della regione Toscana, guidata da Vincenzo Ceccarelli, per monitorare le operazioni e valutare i rischi e i danni ambientali. Come informa Greenpeace, nella grossa nave sono stipati oltre che olii combustibili, detersivi e sapone, ma anche sostanze tossiche usate per la pavimentazione, i mobili, i tendaggi; insetticidi e candeggina.
La nave, a quanto riportato da “Il Tirreno” riguardo un sopralluogo effettuato sabato in mattinata da tecnici ed ingegneri navali, starebbe collassando sotto il suo peso, poggiando in questo momento solamente su due spuntoni di roccia, uno a poppa e uno a prua. L’equipe parla di
Segnali inequivocabili di un collasso delle strutture: le deformazioni della nave sono dovute non alle mareggiate e al maltempo, ma alle forze gravitazionali cui è sottoposta la nave in quella posizione innaturale.
Anche a occhio nudo si vede che la nave si sta inabissando pian piano. Non è possibile stimare quanto tempo ci vorrà prima che il relitto affondi, per ora l’importante è “fare in fretta” con le operazioni di svuotamento dei serbatoi e di recupero delle sostanze inquinanti presenti a bordo. Proseguono anche le indagini. Ieri è stato ascoltato per tre ore l’amministratore delegato Pierluigi Foschi, come persona informata dei fatti. Il 3 marzo toccherà di nuovo agli ufficiali della Costa Concordia.
[Fonti: Greenpeace; Il Tirreno; Adnkronos]
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