Tempo fa avevamo denunciato un problema gravissimo che non accadeva solo in Italia, ma in molte parti del mondo. L’acqua corrente che esce dai nostri rubinetti in molti casi è contaminata. Non soltanto a causa delle vecchie tubature, ma per dei prodotti chimici disciolti al suo interno. E’ capitato così che una class action avviata in diverse regioni del Centro-Nord ha ottenuto oggi una sentenza favorevole. Il Tar del Lazio ha infatti condannato il Ministero dell’Ambiente e quello della Salute al riscarcimento danni per 100 euro a testa per ogni parte in causa a causa dell’arsenico trovato nell’acqua.
La denuncia da parte degli accusatori è la presenza di arsenico e amianto in quantità al di sopra delle norme stabilite dall’Unione Europea, nell’acqua che raggiungeva le loro abitazioni. Secondo quanto stabilito dal Tar infatti, l’acqua fornita ai cittadini dev’essere salubre e la tariffa dev’essere legata proprio a questa qualità. Per questo motivo i ministeri ora dovranno risarcire 100 euro a testa in modo da “rimborsare” i consumatori di una bolletta che non ha motivo di esistere se il servizio offerto non è di qualità.
Questa decisione ora, secondo il Codacons, porterà a migliaia di ricorsi di altri cittadini a caccia di un risarcimento danni, ed anche se questa vicenda li fa sembrare un po’ come degli avvoltoi, non si può dire che non abbiano ragione. Una recente ricerca condotta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in Bangladesh ha notato come l’acqua contaminata da arsenico, anche se in piccolissime dosi, abbia causato il 21% di morti totali del Paese in quel periodo e nel 24% dei casi abbia fatto insorgere malattie croniche gravi come tumori al fegato, cistifellea, alla pelle e malattie cardiovascolari.
La sentenza, che per ora ha interessato solo alcuni cittadini di Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia e Umbria, potrebbe presto allargarsi a tutta Italia, e chissà che non sia la volta buona che il servizio idrico nazionale venga finalmente aggiornato e migliorato.
[Fonte: Repubblica]
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