Smantellare una centrale nucleare costa troppo? Trasformiamola in qualcosa di utile. E’ quello che hanno pensato a Bataan, città delle Filippine, dove una vecchia centrale nucleare è stata trasformata in un villaggio turistico. Secondo quanto riporta il Philippine Star, la centrale nucleare di Bataan fu completata nel 1984 per un costo di 2,3 miliardi di dollari (circa 1,8 miliardi di euro), ma non entrò mai in funzione.
Si tratta di un reattore che, almeno nelle intenzioni degli sviluppatori, avrebbe dovuto dare energia a migliaia di abitazioni. Purtroppo (o per fortuna per l’ambiente), poco dopo il suo completamento ci furono delle nuove elezioni, ed il presidente che tanto aveva spinto per la sua costruzione fu sconfitto, forse anche a causa dello strascico dell’incidente di Chernobyl.
Nel 1986 andò al potere il partito di opposizione che si rifiutò di farla entrare in azione perché il neo presidente Corazon Aquino non la riteneva sicura. In quell’area infatti sono frequenti i terremoti ed è presente non molto distante un vulcano attivo. Per questo avere una centrale funzionante in quella zona equivaleva a mettere in pericolo ogni giorno la propria gente, e così meglio non farla partire proprio, risparmiando sull’uranio e tutti gli altri costi, anziché metterla a regime e poi spegnerla in caso di pericolo, quando i costi finirebbero con il moltiplicarsi.
Ma ormai la costruzione era completata, dunque cosa farne? L’idea è venuta al Ministro del Turismo attuale, che ha deciso che questo guscio vuoto sarebbe potuto diventare qualcosa di utile. Così lo ha fatto ristrutturare trasformandolo in un villaggio turistico, dove i visitatori di tutto il mondo potranno vedere
come l’energia nucleare in tutto il mondo minaccia la qualità della vita delle persone se non affrontata correttamente
ha dichiarato il Ministro Ronald Tiotuico. Secondo lui la centrale di Bataan sarebbe potuta essere una nuova Chernobyl o una nuova Fukushima, dunque è molto più produttiva (e sicura) come attrazione per gli ecoturisti.
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