Allo stato attuale l’obiettivo che l’Unione Europea si è posta per il 2020 è il taglio delle emissioni al 20%. Sono in molti però a credere che non sia sufficiente, e così Günther Oettinger, il commissario europeo per l’Energia, ha proposto di cominciare a discutere anche di cosa accadrà nel periodo successivo, fino al 2030, ed oltre. In particolare la richiesta di Oettinger è di realizzare una tabella di marcia che arrivi fino al 2050, la quale dovrebbe iniziare ad essere vincolante entro il 2014.
Con la nostra tabella di marcia vogliamo garantire che, per tutti i partecipanti, ci dovrebbe essere una interessante discussione su obiettivi vincolanti per le energie rinnovabili entro il 2030, e questa dovrebbe cominciare ora e portare ad una decisione nel giro di due anni
ha spiegato il commissario. Si tratta della prima volta in cui si parla chiaramente di obiettivi a medio e lungo termine, forse perché gli organismi decisionali europei sono in un certo senso galvanizzati dal mezzo successo ottenuto a Durban, che prevede il raggiungimento di un accordo entro il 2015. Data entro la quale l’Europa vuole arrivare già con dei risultati.
A sorpresa il Paese che vuol porre obiettivi più aggressivi è la Gran Bretagna, forse grazie anche alla svolta green delle Olimpiadi 2012. I politici britannici infatti hanno proposto un dimezzamento delle emissioni già entro il 2025, numeri altissimi che si pensava non si potessero nemmeno pensare prima del 2030-2035. Il problema però è rappresentato dai Paesi dell’Est Europa, ancora molto legati al carbone, che vorrebbero abbassare i limiti alle emissioni. A fare da contraltare ci sono i Paesi scandinavi che invece vorrebbero soglie sempre più alte.
Mentre questi Paesi tentano di trovare un accordo, Oettinger ha già presentato la sua proposta, e cioè raggiungere una quota di fonti rinnovabili per la produzione di elettricità che sia del 55% nello scenario più pessimista, del 75% in quello più ottimista, entro il 2050. Numeri e idee che piacciono alle associazioni di settore e a quelle ambientaliste, con Greenpeace UE che ha colto la palla al balzo ed ha subito chiesto di tassare le aziende che fanno uso di energia proveniente dal carbone e dal nucleare.
[Fonte: The Guardian]
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