E’ stata un successo la Giornata contro il Carbone, conosciuta con il più internazionale “No Carbone Day”, che si è tenuta ieri in tutt’Italia. Manifestazioni in ogni città in cui c’è un impianto a carbone hanno riportato alla luce un problema che i nostri governanti spesso tendono a mantenere nell’ombra. Se vogliamo abbattere le nostre emissioni, dobbiamo cominciare dalle fonti maggiori di CO2 ed altri inquinanti, e queste sono state individuate da tempo proprio nelle centrali a carbone.
Oggi abbiamo le conoscenze ed i mezzi per convertire le centrali inquinanti in centrali pulite, manca soltanto la volontà politica di farlo. La manifestazione principale si è tenuta a Porto Tolle per l’ormai famosa vicenda della centrale ad olio combustibile che verrà riconvertita in centrale a carbone, quando con gli stessi soldi si sarebbe potuto pensare ad una centrale solare o con qualche altra forma di energia rinnovabile. La situazione è ben spiegata da Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente:
Il buon successo delle fonti rinnovabili e la spinta verso l’efficienza energetica, nonostante i freni più volti posti dal governo, ci danno oggi più energia di quella che utilizziamo. E’ vero che va sempre mantenuto un ampio margine di sicurezza. Ma ci sono impianti per 113 mila megawatt mentre per soddisfare i picchi di consumo basterebbe una potenza di meno della metà di quella effettivamente installata nel parco elettrico italiano. C’è dunque la possibilità di mandare in pensione le vecchie centrali inquinanti senza riconvertirle al carbone che emette due volte più gas serra del metano, senza parlare delle emissioni di polveri sottili che arrivano a grandi distanze dalle ciminiere. In Italia il carbone dà un contributo pari al 13% dell’elettricità prodotta e ci costa il 34% delle emissioni di anidride carbonica.
Uno scandalo dovuto spesso anche alla volontà dei pochi di arricchirsi a danno dei molti, come spiega, forse un po’ troppo duramente, com’è nel suo stile, Beppe Grillo, intervenuto a Vado, nel sit-in contro la centrale Tirreno Power:
I sindaci se li sono sempre comprati, come succedeva con l’ex sindaco di Civitavecchia. Si vada a vedere cosa succedeva nelle assemblee dell’Eni gestita da Scaroni: il primo cittadino era messo a bilancio con 80 mila euro per scrivere un libro sui ristoranti fuori dai caselli autostradali. Non c’è bisogno di corromperli i sindaci. Basta comprarli. Ma queste persone hanno perso il loro valore, sono semplicemente tenuti in piedi da un’informazione che depista e dai media. Se sono assenti, non c’è neanche più bisogno di incazzarsi. Sono soltanto persone che ormai ruotano su se stesse.
Sappiamo benissimo che manifestazioni come questa alla fine non cambiano molto, ma servono a far diffondere la cultura dell’energia pulita e della lotta agli sprechi che ogni cittadino può e deve imparare, per poter contribuire a migliorare la propria città e l’aria che respira.
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