In Italia esiste un organo, chiamato ISPRA, preposto ad effettuare delle rilevazioni scientifiche con l’obiettivo di capire, tra le altre cose, la situazione della fauna, le specie a rischio estinzione, ma soprattutto quali sono i periodi migliori per cacciare, per evitare di interferire con il normale corso della natura. Ogni anno questo organo redige una relazione che dovrebbe consentire al Governo di decidere sulla stagione venatoria, ma il problema è che, anche se il Governo segue quelle indicazioni, lascia carta bianca alle Regioni per effettuare delle deroghe.
In questo modo alcune Regioni sono arrivate persino ad effettuare deroghe talmente lunghe da sfiorare la caccia aperta tutto l’anno, e questo non può far altro che mettere a rischio la sopravvivenza di intere specie di animali. In tutta questa confusione si è inserita la LIPU, l’associazione per la protezione degli uccelli, che ha chiesto che le indicazioni dell’ISPRA diventino vincolanti, ma non ha ottenuto risposta, e così si è rivolta alla Commissione Europea.
La risposta di Bruxelles è stata chiara e precisa: seguite le indicazioni ISPRA o saranno guai. La Corte di giustizia europea, che ha particolarmente nel mirino proprio l’Italia anche per vicende diverse da questa, potrebbe presto emanare nuove multe perché le deroghe regionali talmente “selvagge” rendono inutile qualsiasi rilevazione scientifica dato che, per dirla in maniera semplice, tanto poi ognuno fa quel che vuole.
Quello che giunge all’Italia da Bruxelles è un monito chiaro, a fronte di una situazione che, in materia di caccia, si aggrava di giorno in giorno. Sui calendari venatori, molte Regioni stanno disattendendo la Guida trasmessa dall’Ispra con le dettagliate indicazioni su come prevedere la stagione venatoria nel rispetto dei vincoli comunitari. Attualmente, per fare un esempio molte specie di uccelli sono cacciate in periodo rigorosamente vietato dal diritto comunitario, nonostante gli avvisi dell’Ispra. Per non parlare del reiterato abuso della caccia in deroga in regioni come la Lombardia, il Veneto o la Liguria. Un quadro disastroso di cui nei prossimi giorni porteremo i dettagli a Bruxelles, chiedendo l’intervento ormai improcrastinabile delle autorità comunitarie sulle Regioni ma anche sul governo e i ministeri italiani
ha spiegato Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia.
antonio 27 Ottobre 2011 il 2:01 am
e propio un passa tempo del c—o .Provate a spararvelo in bocca un colpo
Alessandro 27 Ottobre 2011 il 3:22 am
scusate, ma siete al corrente che state dando informazioni false? L’Ispra è dal 2006 che non fornisce alcun dato sulle catture o sui cacciabili? sapete che ci sono persone pagate che non fanno volutamente il loro lavoro? Sapete che le Regioni deliberano o fanno leggi sulle deroghe basandosi suim dati presunti sulla mortalità naturale delle specie? sapete che significa che se per natura muoiono 10 stornelli su 10.000.000 esistenti, la legge delle deroche consente di cacciare l1 % dei quelli che muoiono naturalmente???
Bravi, criminalizzate la caccia, poi criminalizzerete la pesca, poi la macellazione e alla fine ci costringerete a essere tutti vegetariani…
Alessandro 27 Ottobre 2011 il 3:25 am
te lo sparo in bocca a te il colpo, a meno che tu non sia vegano e non ti vesta totalmente di sintetico…
In tal caso non ti sparo, ma ti rispetto perchè sei coerente, ma io vado avanti a mangiare la mia tagliata di manzo e lo spiedo polenta e osei.
W lo spiedo!
Alessandro 27 Ottobre 2011 il 3:33 am
Stronzi ambientalisti che si battono per l’aBANDONO DELLE NOSTRE MONTAGNE, PER FARE CRESCERE ROVI OVUNQUE, PER VIETARE LA PASTORIZIA, la caccia,, il bruciare gli scarti vegetali.
Bravi ambientalisti che riempiono i campi di fotovoltaico.
Bravi ambientalisti che per fare girare la transumanza di un gregge servono 45 permessi, ordinanze e nulla osta… state uccidendo la nostra campagna e la nostra ruralità…
Le nostre montagne non sono Parco Sempione!!!