Tutti ricorderanno il celebre film documentario del 2005 “La marcia dei pinguini“, in cui un magistrale Luc Jacquet raccontava con semplicità e realismo dettato dall’autenticità delle immagini, il ciclo vitale di questi meravigliosi abitanti dei ghiacci. In Italia narrato dalla voce di Fiorello, la marcia fu un successo, una testimonianza del coraggio, dell’amore e della fratellanza che guida questa specie verso la sopravvivenza e l’unione, sfidando il freddo antartico.
Ebbene, pare che la marcia dei pinguini stavolta non sia verso la vita, ma verso la morte. I pinguini imperatore sarebbero destinati ad estinguersi prima della fine di questo secolo. E’ quanto si evince da una relazione stilata da un gruppo di ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America.
La ricerca, condotta da cinque ricercatori tra cui i biologi del WHOI Stephanie Jenouvrier e Hal Caswell, ha utilizzato modelli matematici per predire l’effetto sui pinguini del cambiamento climatico e della progressiva perdita di ghiacciai.
Lo studio indica che se il cambiamento climatico continua a sciogliere il ghiaccio alla velocità prevista dagli ultimi resoconti del Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la popolazione di una grande colonia di pinguini imperatore come quella attualmente censita nelle Terre Adelie, in Antartide, probabilmente si ridurrà dalle sue attuali dimensioni di 3000 esemplari a solo 400 pinguini entro la fine del secolo.
Ma c’è di più, i ricercatori calcolano che la probabilità di un drastico calo (del 95% o più) è di almeno il 40 per cento e forse di più, dell’80%.
Tale declino della popolazione mette la specie a grave rischio di estinzione. Spiega Hal Caswell:
La nostra analisi si è concentrata non tanto sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale, ma sulle fluttuazioni relative alla quantità di ghiaccio disponibile.
Il ghiaccio svolge un ruolo critico nell’ecosistema dell’Antartide non solo come una piattaforma per i pinguini, ma anche come habitat di piccoli crostacei che prosperano grazie alle alghe presenti sulla parte inferiore del ghiaccio e di cui si nutrono a loro volta i pesci, le foche, le balene e i pinguini.
Una fluttuazione e la successiva riduzione del ghiaccio marino nelle Terre Adelie durante il 1970 ha portato ad un calo della popolazione di pinguini imperatore di circa il 50 per cento. Gli scienziati hanno dunque serie motivazioni per credere che l’estinzione per questi dolcissimi animali antartici sia terribilmente prevedibile e vicina.
Anonimo 10 Gennaio 2010 il 10:29 am
no io nn posso permettere che questo succeda io sono anita e amo gli animali x favore farò tutto il possibile anche se ho solo 10 annni ma forse lo farò per gli animali se ne ho la possibilità