Il “Green New Deal” di Obama arriva anche in Italia. Ma non dalla parte politica (sarebbe troppo bello), ma da quella sindacale, oltre che nell’ambito delle associazioni ambientaliste, che questo new deal lo hanno ispirato. A recepire per prima l’importanza delle iniziative messe in atto dal neopresidente americano nel nostro Paese è stata la Cgil, sempre combattiva quando si tratta di posti di lavoro, che insorge contro le iniziative (o meglio le non-iniziative) del Governo in materia ambientale.
In una recente manifestazione che ha visto coinvolti, come in un’alleanza, il sindacato dei lavoratori e Legambiente, la contestazione mossa al Governo è stata che mentre in tutto il mondo, addirittura in Cina, la politica prende provvedimenti per investire sull’ambiente e di conseguenza creare migliaia di posti di lavoro, l’Italia come al solito recepisce tardi e male queste direttive, in molti casi senza un vero risultato.
L’esempio più lampante, contestano dal sindacato, è sui provvedimenti degli ultimi giorni. Perché si sa, in tutto il mondo il modo migliore per uscire dalla crisi è investire, tranne che in Italia, dove siamo campioni nel tirare la cinghia. E così mentre l’Europa vara diversi provvedimenti verdi, Obama stanzia decine di miliardi di dollari da investire nell’industria verde, l’Italia prevede qualche milione di euro da puntare su pochi provvedimenti, molti dei quali volti ad aiutare le industrie in crisi. L’ultimo, solo in ordine di tempo, ma il più lampante, è l’aiuto all’industria delle auto, inserendo un’incentivo per acquistare automobili ecologiche.
Ma se una persona non ha un lavoro, come può acquistare un’auto ecologica, anche se aiutata dallo Stato? Per questo la Cgil chiede che gli investimenti, molto più corposi di quelli fatti finora, vengano destinati per energia pulite, bioedilizia, trasporti e sicurezza ambientale. Un comparto che, assicurano gli esperti, creerà 350 mila posti di lavoro subito, ed in seguito li aumenterà ancora. L’esempio più lampante sono i 2 miliardi e mezzo di km quadrati di amianto che ogni anno fanno ammalare centinaia di lavoratori, i quali potrebbero venire sostituiti da pannelli solari che avrebbero l’effetto opposto: creerebbero un vantaggio economico all’imprenditore non indifferente, senza rischi per la salute. Ma purtroppo quando si vedono stanziati per la Social Card 650 milioni di euro e per le rinnovabili 45 milioni, si capisce in che direzione vanno le attenzioni del Governo italiano.
[Fonte: Repubblica]