Delfini, balene, lontre e decine di altri mammiferi marini sono oggi a rischio estinzione. Ma basterebbe indire aree protette per solo il 4% degli oceani del mondo per salvarli. E’ ciò di cui si dicono convinti i ricercatori della Stanford University e dell’Università Nazionale Autonoma del Messico, i cui studi sono stati pubblicati su Proceedings of National Academy of Sciences.
Delle 129 specie di mammiferi marini-terrestri come foche, delfini e orsi polari, circa un quarto sono a rischio di estinzione, dice lo studio.
E’ importante proteggere i mammiferi marini, se vogliamo conservare gli ecosistemi degli oceani. Molti di loro sono predatori ed hanno un impatto su tutto l’ecosistema. E sono anche belli e interessanti
ha precisato il co-autore Paul Ehrlich, professore di biologia presso l’Istituto Woods a Stanford. Per individuare le aree dell’oceano che dovrebbero essere protette i ricercatori hanno sovrapposto le mappe in cui i mammiferi marini vivono. In questo modo potevano essere individuati i luoghi con la maggiore “ricchezza di specie”, o il più alto numero di specie diverse, realizzando in questo modo la prima mappa della distribuzione globale dei mammiferi marini della storia.
Il risultato più sorprendente e interessante è stato che tutte le specie possono essere rappresentate solo in 20 località di conservazione critiche che coprono almeno il 10% della distribuzione geografica delle specie
hanno spiegato gli autori. I ricercatori hanno identificato i 20 siti di conservazione in base a tre criteri principali: il numero di specie presenti, quanto sia grave il rischio di estinzione per ogni specie e se nella zona ci fosse solo una di queste specie o più. Gli scienziati hanno anche considerato habitat di particolare importanza per i mammiferi marini, come le zone di riproduzione e le rotte di migrazione.
Si è scoperto così che conservare solo nove dei 20 siti fondamentali potrebbe bastare per proteggere l’habitat dell’84% delle specie di mammiferi marini sulla Terra. Questo perché quei nove punti sono quelli più ricchi di biodiversità, offrendo l’habitat a 108 specie di mammiferi marini in totale. Questi nove siti costituiscono solo il 4% della superficie oceanica di tutto il mondo, e sono stati individuati al largo delle coste della Baja California in Messico, Canada orientale, Perù, Argentina, Nord Africa, Sud Africa, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.
Nello studio non è sfuggito come l’inquinamento, la pesca eccessiva, l’innalzamento delle temperature e lo stress dovuto alle rotte commerciali possano mettere a rischio questi nove siti chiave, dato che di quelle aree, almeno il 70% coincidono con le zone sfruttate dagli esseri umani. E siccome, secondo le previsioni, tra pochi anni si aggiungeranno altri 2 miliardi di persone sulla Terra, ci rendiamo conto di come lo sfruttamento potrebbe arrivare ad ammazzare direttamente tutti questi animali, fino a farli sparire da tutti gli oceani. Per questo, avviare degli sforzi per la conservazione preservando queste aree è una delle poche armi ancora a nostra disposizione per evitare quest’estinzione di massa.
[Fonte: Sciencedaily]