La fuoriuscita di petrolio, gentilmente battezzata Oil Sheen dalla Shell, è stata risolta. O almeno così dicono dalla compagnia. La seconda falla, quella più difficile da raggiungere, è stata finalmente chiusa dopo che nello scorso fine settimana era stato risolto il problema del primo foro, quello che faceva scorrere più petrolio nelle acque del Mare del Nord. Confidando nella sincerità della Shell, nella speranza che effettivamente il problema sia stato risolto, adesso cominciano le indagini.
I funzionari governativi britannici hanno aperto un’inchiesta per scoprire come sia stata possibile una fuoriuscita simile, per trovare le responsabilità e soprattutto prevenire che tali incidenti possano ripetersi. Richard Lochhead, il segretario di gabinetto scozzese per gli affari rurali e dell’ambiente, ha anche invitato la Shell a rivedere le sue procedure di gestione degli incidenti, e l’ha criticata per aver avvertito le autorità della perdita troppo lentamente. Così non è detto che non sarà preso un provvedimento simile a quello toccato alla BP per la madre di tutte le maree nere.
Un’inchiesta effettuata dal Sunday Herald ha scoperto che la Shell era stata richiamata ufficialmente per 25 volte negli ultimi 6 anni per aver infranto le regole di sicurezza, tanto da guadagnarsi la fama di compagnia petrolifera meno sicura del Regno Unito. Le violazioni da parte di Shell riguardavano la scarsa capacità di mantenere in sicurezza gli oleodotti e la poca capacità di proteggere i lavoratori dalle sostanze chimiche pericolose. Insomma, l’incidente era annunciato, rimaneva solo da stabilire quando sarebbe accaduto.
Dal 2005 la Shell è stata perseguita quattro volte: la prima per un’esplosione presso il gas terminal di Bacton, vicino a Norwich, poi per un infortunio sull’Ellesmere Port, nel Cheshire, per una collisione presso l’impianto del gas Mossmorran a Fife, e per un incidente sulla piattaforma Clipper, sempre nel Mare del Nord. La società è stata costretta a pagare circa un milione di sterline in multe e spese legali, nonché ad essere marchiata come la società che ha affrontato più azioni legali al mondo dato che, stando sempre ai dati del Sunday Herald, le concorrenti BP, Total, Amec e Nexen sono state perseguite solo una volta a testa. Ironia della sorte, queste di seguito sono le parole di una campagna pubblicitaria della Shell di qualche tempo fa:
La sicurezza è la nostra priorità più importante in ogni momento. Nell’ambito di tale impegno, nel 2004 la Shell ha avviato un progetto da $ 1,2 miliardi (€ 830 milioni) per aggiornare i nostri asset nel Mare del Nord. Questo è stato portato a termine. Solo quest’anno abbiamo in programma di investire circa $ 600m (€ 415 milioni) nelle nostre attività nella regione.
Ricordiamo che proprio pochi giorni fa la Shell ha ottenuto dal presidente Obama l’ok a trivellare nella zona dell’Artico vicina all’Alaska. Se queste sono le premesse…
[Fonte: The Guardian]