Come si dice in Italia, fatta la legge, trovato l’inganno. Un’idea molto apprezzabile della Provincia di Modena si è trasformata in un tentativo di raggiro (non si sa quanto in buona fede) della legge, con conseguenti ammende ai poveri cittadini ignari di quello che stava accadendo.
Tutto è cominciato quando, due anni fa, i dirigenti della Provincia hanno deciso di iniziare delle azioni umanitarie in Costarica e Nicaragua, per tentare di salvare alcuni pezzi delle foreste tropicali. L’idea di base era duplice: acquistare pezzo per pezzo interi ettari di alberi per preservarli dalla distruzione, e nel contempo istruire la popolazione locale alla salvaguardia ambientale. Tutte opere lecite ed apprezzabili, fino a quando qualcuno ha deciso di rovinare tutto facendole comparire nei bilanci della Provincia nel tentativo di sfruttarle per ottenere “crediti ecologici” come prevede il Protocollo di Kyoto. In pratica l’opera di beneficenza si è tradotta in un’opera di sfruttamento. Ovviamente tutto è stato bloccato.
Il Protocollo prevede che un Paese che sia in difficoltà nella riduzione della CO2 possa “acquistare” i crediti di emissione da un altro che è riuscito a rientrare nei parametri senza difficoltà, ad esempio facendo opere verdi in quel Paese. Ed è proprio questo che la Provincia di Modena ha tentato di fare, ma secondo il pm Paolo Novelli, è riuscita a combinare soltanto un gran pasticcio senza riuscire ad ottenere il fine prefisso. Infatti è possibile attuare quella procedura soltanto con organizzazioni ambientaliste riconosciute dai Paesi che hanno siglato l’accordo di Kyoto. La Associacion Ecologica de Paquera Lepanto y Cobano, l’associazione a cui sono stati destinati i fondi “verdi” non lo è. Inoltre la voce di spesa nel bilancio denominata “Acquisto di foresta tropicale” è stata inserita nell’ambito delle spese per la qualificazione delle aree urbane della Provincia di Modena.
Il risultato è stato che la Procura contabile di Bologna ha accusato la Provincia di aver usato male i soldi pubblici, in quanto sulla carta sono stati spesi per le comunità locali, ma i modenesi in pratica non godranno mai dell’aria pulita costaricana o nicaraguense, ma si dovranno sorbire quella inquinata di casa propria. Adesso la richiesta è un risarcimento danni di 26 mila euro, 20 mila sono quelli spesi nell’operazione e 6 mila per le spese di trasporto nelle varie trattative.