I parchi sono un’opportunità, non un ostacolo. Lo sanno tutti, tranne la classe politica italiana che, nel migliore dei casi, si dimentica di istituirli, quando addirittura non li impedisce. Parte da questo presupposto la doppia lettera inviata ai rappresentanti del Governo nazionale e locale dell’Abruzzo di Legambiente, la quale protesta in merito alle “Disposizioni in campo ambientale” stabilite in occasione dello studio per la costruzione del Parco Nazionale della Costa Teatina effettuato oltre 10 anni fa, e ancora rimasto solo sulla carta.
Secondo le disposizioni redatte dall’allora Ministro dell’Ambiente, nell’area teatina sarebbero dovuti cominciare i lavori entro 180 giorni, mentre di giorni ne sono passati 3.780 e ancora non è stato fatto assolutamente nulla. Il motivo è da ricercare negli annosi contrasti tra ambiente e sviluppo, dato che diverse forze politiche ed imprenditoriali temono di vedere intaccati i propri interessi se, anziché del cemento, diversi ettari di terreno venissero tutelati come Parco Protetto.
Le responsabilità, secondo l’associazione ambientalista, sono da attribuire in solido a Regione, Provincia e Comuni che hanno accumulato ritardi nell’attuazione dei programmi e, per dirla con una frase sola, “non hanno mostrato volontà”.
Di fronte ad una causa strategica e generale, gli “egoismi ed i localismi pianificatori” hanno ciecamente prevalso sugli interessi comuni di un’area vasta a cui, il Piano Speciale Territoriale, poteva e doveva fornire tutti quegli elementi che oggi si cerca confusamente e frettolosamente di individuare, al solo fine di evitare lo spettro del commissariamento ministeriale. Di un Ministero che, in assenza di decisioni da parte degli enti locali, provvederà d’ufficio alla scadenza del prossimo 30 settembre alla perimetrazione dell’area protetta.
Per questo ora Legambiente si è rivolta direttamente al Governo ed al Ministero dell’Ambiente nel tentativo di sbloccare la situazione, anche se, a dir la verità, in questo momento entrambe queste figure istituzionali sembrano impegnate in altre vicende.
Legambiente ritiene che vada superata la discussione “parco sì, parco no”, generica e sbrigativa, spesso demagogica e frequentemente basata sulle paure, in modo da far cogliere la giusta attenzione e le reali opportunità a chi si accinge ad affrontare una scelta politica consapevole ed importante nell’interesse dell’Abruzzo. Un parco infatti, non nasce contro qualcuno, né contro qualcosa; un parco nasce per preservare la biodiversità, per garantire gli equilibri idrogeologici, per tutelare il paesaggio e per valorizzare attività compatibili. L’idea di parco è quindi, un idea di futuro che implica, a differenza di quanto accaduto fino ad ora, una maggiore sinergia degli enti locali nel pianificare un territorio al di là dei propri confini comunali e un maggiore protagonismo del mondo agricolo nel suo importante ruolo di produttore di beni comuni.
ha concluso l’associazione.