Era nucleare, ora non lo è più, decretava il sole ridente all’indomani della vittoria dei sì al referendum del 12 e 13 giugno scorso. Se l’Italia ha chiuso le porte all’atomo, in Europa le centrali attualmente operative stanno chiamando l’Unione ad uno sforzo congiunto per rivedere e garantire standard di sicurezza elevati, con l’avvio degli stress test ed il vaglio di misure atte a scongiurare potenziali rischi che certo travalicherebbero i confini contaminando anche i Paesi che agli impianti nucleari hanno detto no. E c’è proprio la sicurezza in cima alle priorità dell’Unione. Lo ha ricordato oggi il Commissario all’Energia Günther Oettinger, a margine di una conferenza a Bruxelles, la prima che ha visto riunirsi l’Ensreg, lo European Nuclear Safety Regulators Group, composto dalle autorità afferenti ai singoli Paesi membri preposte alla sicurezza nucleare.
La decisione riguardo il mix energetico resterà una prerogativa degli Stati membri, ci ha tenuto a precisare Oettinger, pur affrettandosi a sottolineare che la mission dell’UE è, oltre che di garantire la sicurezza atomica, anche di procedere ad un potenziamento della stessa.
Nelle prossime settimane dovremo concentrarci principalmente sul definire tutti i dettagli delle peer review, cioè la fase finale dei controlli di sicurezza, che prevede una revisione dei dati nazionali da parte di terzi. I primi risultati dei controlli di sicurezza europei saranno disponibili entro la fine dell’anno, ma si prevede che il processo continui fino a metà del 2012.
La sicurezza dei siti nucleari è un tema che occupa i pensieri dell’Unione con urgente dominanza a seguito dei drammatici eventi di Fukushima. Nel marzo scorso, in Giappone, a causa di un terremoto devastante e di un altrettanto distruttivo tsunami, ad uscire allo scoperto è stata infatti proprio la fragilità dei sistemi di sicurezza dei vecchi impianti in seguito a catastrofi naturali di portata eccezionale. Errori, trascuratezza e leggerezze imperdonabili che l’Unione vuole impegnarsi a non ammettere sul suo suolo.
[Fonte: Ansa]