Una strategia globale di approvvigionamento energetico basata sulla biomassa su larga scala, tesa a generare anche energia elettrica oltre che utilizzabile nella produzione di carburante è una possibilità reale. Secondo il Prof Jürgen O. Metzger del Carl von Ossietzky University di Oldenburg e il Prof Aloys Huettermann dell’Università di Goettingen in Germania, si tratta di uno scenario sostenibile, al contrario di quanto pensano molte attuali correnti scientifiche ed economiche, che spesso vedono nella biomassa come energia del futuro una prospettiva poco realistica.
I combustibili fossili tra cui petrolio, gas naturale e carbone – che provvedono la quasi totalità del nostro fabbisogno energetico globale – saranno completamente esauriti nei prossimi 75 anni, almeno stando a quelle che sono le stime sui nostri attuali livelli di consumo o, molto probabilmente, l’esaurimento delle risorse energetiche arriverà molto prima di allora, tenendo presente la crescente domanda di energia in tutto il mondo. Quali scenari si apriranno a questo punto? È opinione comune nel mondo scientifico che la quantità di biomassa che può essere coltivata sui terreni disponibili in concorrenza ai prodotti alimentari è talmente limitata che uno scenario basato sulla biomassa come la principale fonte di energia non è realistico.
Metzger e Huettermann, tuttavia, pensano che sarebbe sufficiente dimostrare che la biomassa può essere coltivata su terreni precedentemente degradati dalle attività umane per avviare una rivoluzione energetica. Questo basterebbe per soddisfare la domanda globale di energia prevista dalla International Energy Agency all’interno di quello che è il Reference Scenario for 2030 e, dato non trascurabile, questa energia potrebbe essere prodotta in modo sostenibile ed economico.
La soluzione, per i due studiosi tedeschi, è di piantare alberi a crescita rapida nelle aree degradate della Terra, al fine di produrre velocemente biomassa per la produzione di energia. Questo rimboschimento non competerebbe con la produzione agricola destinata all’uso alimentare, e non inciderebbe dunque sui prezzi dei beni di prima necessità, come pane, pasta e zucchero. Gli autori sostengono che gli investimenti necessari per il rimboschimento e la trasformazione della biomassa per l’energia elettrica sono effettivamente sostenibili e necessitano addirittura di minori fondi delle infrastrutture necessarie per i combustibili fossili.
Il continuo utilizzo della biomassa come fonte energetica, inoltre, avrebbe la stessa quantità di emissioni compensata dal ripiantare continuamente gli alberi a crescita rapida, in modo da fermare l’accumulo di CO2 e ridurre lentamente anche la CO2 contenuta nell’atmosfera.
Lo scenario di imboschimento sarà inoltre un passo importante per realizzare i programmi delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione e la deforestazione, senza costi aggiuntivi.
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