Gli incentivi per la produzione di energia eolica e solare sono ora più articolati. Dopo giorni di proteste e di discussione, i ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente e dell’Agricoltura hanno trovato un accordo sul futuro delle fonti di energia pulita in Italia.
I tagli ci sono, purtroppo, perché il tetto massimo viene abbassato a 8mila megawatt, gli incentivi vengono ridotti e il prezzo del ritiro dei certificati verdi per gli anni 2011-2015 si riduce dal 30 al 22%. Ad aprile verrà emesso un nuovo decreto sul sistema dei bonus dal primo di giugno. Solo allora potremo fare il punto della situazione.
Dopo le proteste degli ambientalisti contro il decreto blocca solare e la richiesta di modifica del decreto sulle rinnovabili, la situazione non cambia e le rinnovabili di fatto subiscono un rallentamento nel nostro Paese. Le riduzioni non riguardano solamente l’installazione di pannelli fotovoltaici e solari sui tetti e impianti eolici, anche il fotovoltaico sui terreni agricoli ha subito un cambiamento, in negativo. Solo gli impianti fino a 1 megawatt avranno le agevolazioni statali ma dovranno rispettare una distanza fi 2 km nel caso in cui il proprietario del terreno sia lo stesso e la copertura dei pannelli non potrà essere superiore al 10% della superficie del terreno. Eppure il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha commentato
Nessun taglio, nessuno stop, nessuno stop alle rinnovabili, solo una razionalizzazione del sistema per fermare le speculazioni finanziarie che finiscono per pesare sulle bollette degli italiani.
E il ministro Stefania Prestigiacomo elogia il decreto come
un punto di equilibrio che terrà conto dell’obiettivo europeo del 17% di rinnovabili al 2020, della progressiva riduzione dei costi dei materiali e dei livelli dei bonus adottati dagli altri Paesi.
Le repliche dell’opposizione e della Rete Imprese Italia non hanno tardato ad arrivare. Se Pierluigi Bersani definisce la decisione “un disastro che di fatto blocca il settore anche se è vero che c’è stata una marcia indietro”, Remo Guerrini di Rete Imprese Italia ha giudicato la disposizione sulle rinnovabili “peggiorativa” e, di fatto
l’eliminazione del tetto degli 8mila megawatt non risolve il problema perché lo si sostituisce con la scadenza del conto energia prevista per il 30 maggio.
[Fonte: Corriere della Sera]
[Foto: 360mag]
Johnette 1 Marzo 2017 il 1:27 am
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