Sei euro al litro. E’ questo per la Coldiretti il prezzo giusto, sinonimo di un olio extravergine d’oliva di alta qualità, qualità che deve essere ulteriormente qualificata dall’etichetta che attesti l’origine nazionale delle olive e non semplicemente dal marchio italiano che si affida spesso ad olive straniere. L’associazione è intervenuta sulla vicenda dell’ipotesi di reato che pende su una maxipartita di olio d’oliva, per un valore commerciale di 4 milioni di euro, rea di documenti di trasporto contraffatti e per questo nel mirino del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma.
Per la Coldiretti questo potrebbe spiegare i prezzi stracciati a cui viene venduto l’olio exravergine in molti supermercati, prezzi a volte talmente irrisori che non potrebbero coprire nemmeno il costo sostenuto per la raccolta delle olive.
Per la Procura di Firenze la partita in questione conterrebbe olio di oliva deodorato, un prodotto che in qualità ed in valore economico è tre volte inferiore a quello etichettato come extravergine, e questo dà un’idea degli enormi guadagni illeciti che si possono ricavare da una truffa simile. Ma in cosa consiste la deodorazione dell’olio? Lo spiega in una nota la stessa Coldiretti chiarendo come si tratti di un’operazione di rettifica di olio non commestibile, di scarsa qualità, in un olio d’oliva privo di difetti ma che, per legge, non può più essere venduto con la dicitura extravergine:
Con il recente varo da parte dell’Unione Europea del Regolamento 61/2011 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d’oliva e relativi metodi di analisi è stata introdotta la valutazione del nuovo parametro dei metil esteri degli acidi grassi (MEAG) ed etil esteri degli acidi grassi (EEAG) che consente proprio di svelare la presenza dei suddetti oli deodorati negli oli extravergine d’oliva.
Fino all’entrata in vigore del regolamento, prevista per il primo aprile prossimo, bisognerà tenere gli occhi ben aperti perché gli olii imbottigliati entro questa data hanno una scadenza di 18 mesi.
[Fonte: Agi]
a 26 Febbraio 2011 il 7:44 pm
dovrebbero pubblicare nomi e cognomi quando fanno i test sui prodotti specificando chi fa buoni prodotti ma soprattutto chi truffa la gente
Paola Pagliaro 27 Febbraio 2011 il 3:34 pm
hai ragione ma prima o poi salteranno fuori!