Tenendo conto dei recenti dati forniti dal GSE, il Gestore dei Servizi Energetici, il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane (GIFI), aderente a Confindustria ANIE, ha da un lato chiesto al Gestore una verifica sugli impianti realmente installati, e dall’altro sta lavorando ad una rivalutazione del sistema degli incentivi. In particolare, il Presidente di GIFI-ANIE, Valerio Natalizia, auspica che il GSE, così come avvenuto in passato, verifichi che la mole di richieste corredate da asseverazione tecnica riguardi, come sopra detto, impianti realmente installati.
Questo perché, in generale, e così come dimostrano tra l’altro esperienze analoghe verificatesi in altri Paesi europei, l’impulso di crescita improvviso non risulta essere secondo GIFI-ANIE sano per il fotovoltaico. Il Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, riguardo alla propria proposta di rivalutazione del sistema incentivante, prevede per il breve periodo un adeguamento delle tariffe al fine di tenere conto dei costi di sistema che sono previsti per gli anni a venire.
In particolare, secondo GIFI-ANIE la normativa, e nello specifico le relative variazioni, dovranno tenere conto degli investimenti programmati e di quelli in corso da parte degli operatori; il tutto affinché la possibile revisione del Conto Energia, e quindi delle tariffe, vada a favore, e quindi sia ammissibile, solamente per quegli impianti che non hanno già acquisito le relative autorizzazioni.
A fronte delle revisioni tariffarie per gli incentivi, in accordo con quanto recita una nota emessa dal Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane, la proposta di rivalutazione viene altresì affiancata da aumenti degli obiettivi di potenza installata per i prossimi anni. Questo perché, a valere sul 2020, l’obiettivo di potenza fissato è pari a soli 8.000 MW che, praticamente con certezza, si può affermare che saranno raggiunti con molti anni di anticipo. L’innalzamento di questo limite può garantire continuità al mercato ed alla filiera del fotovoltaico in grado di creare nuovi posti di lavoro, all’incirca 80 mila entro il 2015, unitamente a nuove entrate per le casse dello Stato italiano.
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