Basta aprire qualsiasi giornale o telegiornale in questi giorni per rimanere scioccati dalle immagini delle inondazioni che arrivano dal Queensland, in Australia, dove 12 mila case sono state alluvionate, 118 mila edifici sono rimasti senza energia elettrica e 2 milioni di persone rischiano di vedere la propria città, Brisbane, completamente distrutta.
Il motivo di tutto questo disastro è attribuito ad una insolitamente forte “La Niña“, un fenomeno climatico periodico, che porta più pioggia nel Pacifico occidentale, e meno nel Sud America e Pacifico orientale. Si tratta di un evento che nei secoli è sempre accaduto, ma mai con una potenza così devastante.
Le alluvioni del Queensland sono causate da quella che è una delle più forti – se non la più forte – manifestazione de La Niña da quando abbiamo cominciato a registrarla nel tardo 19° secolo. La Niña è associata al record di temperature elevate della superficie del mare rilevata in Australia, in quanto queste hanno contribuito a forti piogge
ha spiegato il prof Neville Nicholls della Monash University e presidente dell’Australian Meteorological and Oceanographic Society. Più caldi sono gli oceani, maggiore è la produzione di vapore, e di consegueguenza piove di più. Questa è una delle caratteristiche de La Niña, che pare possa essere stata “aiutata” dal riscaldamento globale a fare più danni.
Questi cambiamenti climatici hanno portato al dicembre più piovoso mai registrato nel Queensland, registrando il terzo anno più piovoso della storia dell’Australia. Il Bureau of Meteorology prevede che La Niña probabilmente persisterà fino all’autunno nell’emisfero Sud, aumentando la possibilità di ulteriori piogge torrenziali.
Questa è una delle più forti manifestazioni de La Niña nel mezzo secolo passato. Gli impatti delle piogge e delle inondazioni sono forti, tanto che hanno danneggiato le colture e allagato le miniere in Australia e in Asia. Ha anche portato ad inondazioni nel Nord del Sud America e a condizioni di siccità in Argentina
ha aggiunto Bill Patzert, climatologo del NASA’s Jet Propulsion Laboratory. La dimostrazione dell’instabilità del clima la dà la stessa Australia, dato che da un lato sta subendo alluvioni talmente forti da sollevare automobili ed inondare interi quartieri, ma dall’altro, e più precisamente nel Sud-Ovest del Paese, sta facendo registrare l’anno più secco della sua storia, il quale continua l’andamento di decenni di siccità.
La misura in cui tutto questo – le inondazioni, il riscaldamento dell’Oceano, La Niña così forte – è legato al riscaldamento globale è sconosciuto, perché gli studi necessari per verificare questa ipotesi non sono ancora stati fatti
ha concluso Nicholls, anche se secondo il professor Vicky Pope, capo del consiglio del cambiamento climatico presso il Met Office, non c’è bisogno di grandi studi per accertare questa teoria in quanto “un mondo più caldo è un mondo più umido”.
Con l’aumento medio della temperatura globale ci si aspetterebbe che il contenuto di umidità dell’atmosfera salisse, a causa della maggiore evaporazione dalla superficie del mare. Per ogni grado di aumento di temperatura della superficie del mare, l’umidità atmosferica al di sopra degli oceani aumenta del 6-8%. Di conseguenza, più energia e umidità vengono immesse nell’atmosfera, maggiore è la probabilità di tempeste, uragani e trombe d’aria
ha concluso lo scienziato. E se ancora non vi siete fatti un’idea di cosa è significato questo disastro, vi consigliamo di guardare questo video girato da un videoamatore a Brisbane.
[Fonte: The Guardian]
Emma 14 Gennaio 2011 il 10:03 pm
Ho vissuto per circa quattro anni in Brisbane e quanto sta accadendo mi addolora profondamente. E’ come se una parte di me ha perso qualcosa. Prego per tutti coloro che hanno perduto un congiunto e spero che Brisbane torni come prima. Sono felice per le persone che conosco e che stanno bene e anche per tutti coloro che non conosco.
Paola Pagliaro 15 Gennaio 2011 il 12:29 am
Grazie Emma per la tua testimonianza, speriamo anche noi con tutto il cuore che la situazione migliori presto.