Il sogno delle città senza auto è ancora lontano dall’essere realizzato, ma secondo l’ultima ricerca di Legambiente, in collaborazione con l’Aci, sembra che siamo più vicini di quanto potessimo pensare. Analizzando la situazione delle maggiori città europee, pare che le aree chiuse al traffico stiano aumentando, permettendo ai pedoni di riappropriarsi di uno spazio cittadino sempre più verde.
Il primo passo lo compì la città di Rotterdam nel lontano 1953 quando chiuse alle auto il distretto di Lijnbaan. Da allora, specialmente negli anni ’80, molte città italiane si sono adeguate, magari non chiudendo interi quartieri, ma almeno le piazze ed i luoghi simbolo come l’area circostante il Colosseo a Roma, Piazza del Plebiscito a Napoli o Piazza del Duomo a Milano.
Ciò che allora portò i sindaci di queste città a prendere tale decisione fu il troppo rumore, vibrazioni e gas di scarico dei mezzi che abbassavano la qualità della vita dei cittadini. Oggi stiamo assistendo ad un allargamento di questa idea di città pulita, portando ad interi quartieri carfree per una coscienza più verde, che tiene conto, oltre che delle priorità dei cittadini, anche delle problematiche ambientali, primo fra tutte l’inquinamento.
Un esempio per tutti potrebbe essere il quartiere di Nordmanngasse a Vienna, dove i cittadini hanno firmato un accordo a non possedere auto di proprietà e a spostarsi con i mezzi pubblici. Oggi l’intero quartiere è carfree, ed a parte i mezzi pubblici, si può circolare solo a piedi o in bicicletta. Secondo Legambiente, il denaro risparmiato per la costruzione dei parcheggi è stato reinvestito in maniera intelligente per creare aree verdi e migliorare le zone pedonali.
In questo modo vengono anche favoriti i servizi di bike sharing, mentre in alcune città, come avviene ad esempio in Olanda, le uniche auto che hanno l’autorizzazione all’accesso in determinate aree sono quelle del car sharing, utilizzato dal 10% dei cittadini del quartiere GWL Terrain di Amsterdam.
Anche una grande città, tra le più inquinate al mondo, come Londra può vantare il suo quartiere carfree. Si tratta di BedZed, tremila metri quadrati di abitazioni e uffici raggiungibili a piedi, in car sharing, car pooling, o a bordo di scooter elettrici. Ma il quartiere carfree più grande d’Europa si trova a Friburgo, in Germania, il famoso Vauban dove si sta sviluppando quest’idea ormai da 12 anni. Si tratta di un’area composta da 2.000 edifici serviti dalla ferrovia leggera e piste ciclabili.
E l’Italia? Se nell’adozione delle piazze senz’auto siamo stati tra i primi, per quanto riguarda i quartieri siamo ancora molto in ritardo. Fatta eccezione per Venezia, che per motivi logistici non può essere attraversata da automobili, sono pochissime le città che possono mettere a disposizione più di 100 metri quadrati di isola pedonale ogni 100 abitanti: Verbania, Cremona e Terni. Addirittura esistono città come Agrigento, Ascoli Piceno, Caserta e Rovigo, dove le isole pedonali nemmeno esistono, una mancanza grave che speriamo un giorno sia risolta.
[Fonte: Repubblica]
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