Ormai sembra sia stata avviata una guerra tra la commissione ambiente dell’Unione Europea e l’Italia. Per sintetizzare la situazione in una frase, basta dire che l’Italia non ha seguito nessuna delle direttive comunitarie nel rispetto dell’ambiente.
Due procedure d’infrazione sono state avviate nei giorni scorsi, ed una terza potrebbe essere aperta se, entro due mesi, il nostro Paese non dovesse adeguarsi alle direttive. Ciò significa altre multe salate, oltre a quelle che già paghiamo, a causa dell’inefficienza della macchina burocratica italica.
I “capi d’imputazione” riguardano le polveri sottili, le acque reflue e l’efficienza energetica degli edifici. In ordine, il problema delle polveri sottili è noto da anni, almeno 5, da quando cioè l’UE decise che i giorni in cui, nei Paesi europei, il livello di Pm10 nell’aria poteva sforare la soglia consentita dalla legge potevano essere solo 35 l’anno. Da noi, come abbiamo già visto, sono molti di più, in alcuni casi anche di due o tre volte, ed era dunque inevitabile che, dopo una lunga serie di avvisi, alla fine l’Unione ci comminasse la multa che ci meritiamo. Non siamo gli unici (Spagna, Cipro e Portogallo sono stati deferiti insieme a noi), ma il problema è che, mentre molti Paesi hanno avviato qualche programma per ridurre le emissioni, in Italia questo non è stato fatto quasi da nessuna parte, e dunque non si vede come si possano ridurre queste soglie di inquinamento.
Altro capitolo caldo, le falde acquifere. Oltre alle procedure aperte per le coste inquinate e i rifiuti di Napoli che, tra gli altri problemi, vanno ad avvelenare l’acqua campana, ora a tutto questo si aggiunge la procedura d’infrazione aperta a causa dello sversamento delle acque reflue di alcuni comuni in provincia di Varese nel fiume Olona. L’Italia era già stata dichiarata inadempiente dalla Corte europea nel 2006, ma nulla da allora è stato fatto, e dunque ora si passa alle maniere forti.
Per quanto riguarda gli edifici invece, la UE ha inviato una direttiva sul rendimento energetico che prevede il rilascio dell’attestazione sul rendimento degli edifici, le ispezioni periodiche sugli impianti di condizionamento d’aria ed altre indicazioni che l’Italia deve adottare entro due mesi. In caso ciò non avvenisse, una nuova procedura d’infrazione, l’ennesima, verrà avviata.
[Fonte: Repubblica]
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