La foto del limone dalla forma abnorme raccolto in un frutteto vicino la discarica Sari, a Terzigno ha fatto il giro del web e oltre che molta curiosità, suscita parecchie domande. Quali rischi corriamo nell’abitare vicino ad una discarica?
Del limone deforme sappiamo che è stato oggetto di un convegno sulle malattie da inquinamento che si è tenuto nella sala Consiliare di Terzigno, dove sono intervenuti tra gli ospiti l’Associazione Medici per l’Ambiente. E che è stato raccolto nel giardino di Maria Rosaria Esposito, attivista contro la discarica, che ha dichiarato
La pianta genera frutti da venti anni. Si trova nel giardino di casa mia e limoni così non ne ho mai visti. Ovviamente ora siamo preoccupati e temiamo per la nostra salute. Mia zia ha distrutto tutti gli altri, a vederli facevano impressione.
Se da un lato il limone vesuviano è diventato il simbolo dei comitati contro l’apertura della nuova discarica di Terzigno, come emblema dell’inquinamento atmosferico e idrico causato dalla discarica, come
prova inconfutabile e terribile della natura che si ribella, che non accetta compromessi, non si fa comprare dal vile denaro, cerca di sopravvivere al suo nemico
dall’altro lato la si pensa diversamente. Nel convegno stesso è stato fatto notare che innanzitutto il giardino della signora Esposito si trova a circa 3 km di distanza dal sito e che la pianta non è mai stata annaffiata con l’acqua del pozzo artesiano, e dunque non poteva essere stata contaminata dalle falde acquifere che, come risulta da analisi recenti compiute dall’Asìa, sono inquinate; e che le piante di agrumi sono soggette a queste anomalie, provocate da un piccolo animale, l’Acaro delle meraviglie (Eriophyes sheldoni EWING, 1937); oppure dalla ‘mano di Buddha‘, un’altra anomalia tipica dei limoni, dei cedri e delle clementine che alcune migliaia di anni fa in Oriente fu interpretata come segno divino della presenza di Buddha, la cui mano venne rinosciuta negli agrumi deformi dai fedeli. Ora il limone è in osservazione al dipartimento di biologia dell’Università Federico II di Napoli.
[Fonti: La Repubblica; Il Messaggero; Il Gazzettino Vesuviano]
[Foto: ilgazzettinovesuviano]
claudio 6 Novembre 2010 il 3:14 pm
In questi giorni molti giornali stanno parlando di una località vicino al Vesuvio in cui è in corso una lotta contro una discarica.
Lotta e’ dire poco, picchiano autisti, bruciano altrui autobus… e’ una guerriglia!
La zona è famigerata per problemi con la spazzatura, viene da chiedersi per quale motivo sia così. Non è neppure una situazione nuova, molti anni fa prima delle emergenze di oggi che finiscono sui giornali, mi raccontavano che ben 45 anni fa cumuli di spazzatura giacevano ai lati delle strade.
Già solo con questa informazione viene sospetto che contrariamente alle informazioni fornite da giornali e altro siano i cittadini il primo motivo di insuccesso nella raccolta e sistemazione dei rifiuti.
Oggi arriva una nuova bufala: un limone accartocciato che dovrebbe essere, se ascoltiamo giornali, deforme per via dell’inquinamento provocato dalla discarica. Addirittura MUTAZIONI GENTICHE. Gli OGM van di moda!
Peccato però che, insieme alla mancanza del punto di ritrovamento dell’agrume, manchi completamente la cultura agraria in chi ha redatto il pezzo. In un paese in cui il latino è imperante e si snobbano le le materie tecniche è normale non conoscere l’esistenza dell’intera famiglia dei ragni.
In sostanza anziché determinare l’esistenza dell’inquinamento vicino al Vesuvio il limone sta urlando di quanto sono ignoranti e mangia stipendio i giornalisti italiani delle maggiori testate.
Sempre questi articolisti parlano del Parco del Vesuvio che sarebbe intaccato, devastato, mutilato e profanato dalla presenza della discarica.
Ho un amico di Torre del Greco, sono transitato frettolosamente da Pompei ma di parco protetto non mi sembra di averne mai sentito parlare.
Così, banalmente, decido di usare Google mappe per guardare dove si trova questo paese così assediato dalle discariche nonostante si trovi ufficialmente nel bel mezzo di un parco nazionale.
terzigno
L’immagine satellitare racconta però una storia molto diversa.
Anziché essere un paese in mezzo ai boschi fatto di quattro casette bucoliche disperse nella radura è un paese scriteriato. Non occorre essere dei geni: l’immagine mostrata è chiaramente e senza equivoci quella di un posto in cui le case sono abusive, accatastate in qualche maniera, costruite frettolosamente, assiepate senza ritegno e vicine in maniera preoccupante ad un vulcano.
Basterebbe questa fonte, una banale fotografia aerea, per capire che qualcosa nell’informazione non funziona.
Non è una zona idilliaca come la raccontano i media o gli intervistati in televisione, è una zona ad alta densità abitativa che come tale necessita anche di una serie di servizi come acquedotti, fogne, depuratori e discariche.
Così mi sono permesso di buttare un po’ di tempo a ricercare un po’ di informazioni su di un paese che dovrebbe essere parco nazionale ed invece è un merdaio, non certo per colpa di una discarica.
Quello che ne viene fuori come ritratto di un paese non è incoraggiante.
Il 25% delle case sono in regola.
Il 25% delle case erano abusive, poi condonate, hanno quindi brutalizzato il territorio e costruito dove non dovevano.
Il restante 50% ufficialmente non esistono neppure. cio che non esiste… non fa danno, no?
Ricordando che il Vesuvio può riaccendersi da momento con l’altro parliamo di gente che dovremmo soccorrere semplicemente perché hanno costruito la loro casa dove non era consentito!
Cosa fanno di lavoro queste TANTE persone?
Stando sempre alle ricerche che si possono fare su Internet, pare che lavorino in nero come terzisti negli scantinati delle proprie case abusive.
Ricapitolando:
una popolazione che ha devastato il proprio territorio costruendo fuori da qualsiasi regola producendo rifiuti industriali senza pagare lo smaltimento della spazzatura civile e industriale si arrabbia e manifesta contro una discarica in zona?
non scherziamo dai! non ci crede nessuno… o forse si?
Io direi: demoliamo Terzigno (e limitrofi), piantiamo degli alberi e non avremo piu’ bisogno della discarica e torniamo ad avere il parco.
Semplice, no?
Paola Pagliaro 6 Novembre 2010 il 4:14 pm
Claudio, grazie per la tua analisi della situazione, hai sollevato aspetti a dire il vero a me noti, interrogativi che da anni non trovano risposte… i problemi di quel territorio sono molteplici, alcuni imputabili alle istituzioni, altri alla criminalità, altri, chi lo sa, lasciamo il beneficio del dubbio, ad una mancanza di senso civico, cura e rispetto della propria terra, avvelenata e maltrattata. In tutto questo, però, credo anche che non si possa e non si debba fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono tantissimi cittadini onesti in quelle terre, che chiedono con dignità di non vivere in una fogna, che fanno la differenziata ma si scontrano con la raccolta che non funziona, che vivono e combattono, giorno dopo giorno, contro un sistema di clientele, sporco, scorretto. Scegliere di denunciare quanto sta accadendo è già segno di una loro sollevazione, del non voler più vivere in quello schifo, è un atto coraggioso, che segna il risveglio di una coscienza civica, l’appello alla Stato per una soluzione che rientri nei limiti della legalità. Ecco, io penso, che a queste persone, al loro grido sia giusto dare spazio, non a quanti approfittano della rivolta pacifica per atti di violenza. Le nostre vite sono piccole rispetto ad affari così grandi ed al silenzio/non intervento delle istituzioni. Mi spiego meglio. A volte mi chiedo che colpe può avere un bambino, e cito Crotone, per uscire fuori dalla Campania, se nel costruire la sua scuola, hanno utilizzato scorie tossiche da far sparire! Probabilmente quelle scorie provenivano da una stretta di mano tra un imprenditore in giacca e cravatta del Nord Italia e un camorrista sporco di sangue! Quella stretta di mano che causa la leucemia ad un bambino innocente è probabilmente il legame più forte tra un Nord ed un Sud che reclamano l’uno la sparizione dell’altro! Ecco, io partirei da questo, una riflessione amara… i cittadini onesti, di Nord e Sud, dovrebbe combattere insieme per una stretta di mano più pulita e per salvare quel bambino!Eh, sì, quello che citi, condoni edilizi, servizi primari carenti, sono tutte metastasi dello stesso cancro, la corruzione di questo Paese tra Stato, Imprese e Criminalità. Questo può vederlo chiunque, un legame meno contorto del limone!
Gatsby 6 Novembre 2010 il 6:14 pm
Ecco cosa potrebbe (molto ma molto probabilmente) essere la causa del famigerato limone:
http://it.wikipedia.org/wiki/Eriophyes_sheldoni
…un’acaro!!! Per di più delle meraviglie! Una cortesia il terrorismo mediatico lasciamolo alla TV! E comunque sarebbe meglio, sempre, consultare un esperto e non arrivare di corsa a erranti deduzioni!
Mattia 6 Novembre 2010 il 7:14 pm
Limoni deformi? I rifiuti non c’entrano nulla:
http://www.informatoreagrario.it/ita/News/scheda.asp?ID=157
Paola Pagliaro 7 Novembre 2010 il 12:05 am
@Gatsby infatti nell’articolo se ne parla, l’hai letto???