Si torna a parlare di acqua e di privatizzazione del servizio idrico nazionale. Stamattina il Partito Democratico ha presentato alla Camera una proposta di legge in previsione del referendum abrogativo del Decreto Ronchi, per ribadire che l’acqua è un “bene comune“.
Ricordiamo che lo scorso anno oltre 1 milione di persone, per l’esattezza 1 milione e 400 mila, hanno firmato per dire No alla privatizzazione dell’acqua e per chiedere un referendum nella prossima primavera affinché sia abolito l’articolo 23bis della Costituzione che accentua i tempi per la privatizzazione dell’acqua, la modifica dell’articolo 150 del decreto legislativo 152/2006, nonché l’abrogazione dell’articolo 154 del medesimo per evitare che si speculi sull’acqua pubblica.
Nel testo Disposizioni per il governo della risorsa idrica e la gestione del servizio idrico integrato, presentato questa mattina dal democratico Pier Luigi Bersani, si legge che
Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal suolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa […] inalienabile del demanio.
La proposta di legge presentata dal Partito democratico si basa sostanzialmente su tre punti principali: la costituzione di una authority nazionale per la tutela dell’acqua pubblica, che informi attraverso forum e assemblee territoriali in cui i sindaci e i cittadini possano confrontarsi e stabilire assieme un piano di intervento di investimenti e rifare propri i poteri decisionali e d’intervento. Poteri che l’attuazione del Decreto Ronchi, che ha introdotto la privatizzazione forzata del sistema idrico, ha eliminato, sostituendo di fatto i poteri di decisione e di intervento dei sindaci e delle giunte comunali rimandandoli al governo.
Altro punto importante è la gestione industriale della rete idrica nazionale, affinché tutti i cittadini siano serviti in modo congruo e ottimale dal servizio idrico. Infine, come tende a ribadire la responsabile Ambiente del partito, Stella Bianchi, nella proposta di legge si è pensato di creare delle tariffe agevolate per le famiglie numerose e con situazioni economiche svantaggiate.
[Foto: graphe]
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