I rinoceronti sono da anni tra le specie più in pericolo di estinzione al mondo, ma grazie alla nuova apparecchiatura ad alta tecnologia utilizzata dai bracconieri, dagli elicotteri con visione notturna a pistole ai dardi con silenziatore, il fenomeno del bracconaggio è salito alle stelle dal 2008. Il 2010 è stato l’anno peggiore. La criminalità organizzata si dà da fare per soddisfare la domanda dai mercati asiatici, dove le corna possono essere vendute per 30.000 dollari a libbra, e ogni corno ha un peso compreso tra 6,3-8,1 libbre (2-3 kg). Ovviamente questo si aggiunge ad una già grave crisi per i rinoceronti africani.
Secondo Live Science, la caccia di frodo in Africa equivale a perdere un rinoceronte ogni 2 giorni. Il rinoceronte bianco, che è uno dei più a rischio, conta solo 17.500 individui, mentre il rinoceronte nero, considerato in “pericolo critico” ne conta solo 4.000 allo stato brado.
Ciò che rende il 2010 un anno così terribile è la recente comparsa di macchinari ad alta tecnologia che hanno iniziato ad essere utilizzati negli ultimi 6-12 mesi, e che prospettano un futuro molto preoccupante per la sopravvivenza della specie.
All’interno di parchi nazionali del Sud Africa – senza contare i terreni privati, dove il bracconaggio è raro – erano 10 i rinoceronti braccati nel 2007. Finora nel solo 2010, più di 200 rinoceronti sono stati uccisi in Sud Africa, la maggior parte al di fuori dei parchi nazionali, in modo che più del 2.000% di aumento può essere registrato in soli tre anni
ha spiegato Matthew Lewis, responsabile senior del programma per la conservazione delle specie africane per il WWF. La domanda asiatica per le corna ha seguito l’economia, dato che le persone più abbienti, in costante crescita, possono permettersi sempre più corna, utilizzate anche nella medicina tradizionale. Nonostante il fatto che non vi siano proprietà medicinali in tutti i tipi di corna, queste sono considerate ancora più preziose dell’oro.
Due specie di rinoceronte asiatico ed una specie di rinoceronte indiano corrono il maggior pericolo, ma non in così grande misura come i rinoceronti africani. Lo scorso anno un quarto dei rinoceronti in Zimbabwe sono stati uccisi, e l’ultimo rinoceronte bianco femmina in una riserva sudafricana è stato ucciso all’inizio di quest’anno. Mentre un certo successo è stato messo a segno con la cattura dei bracconieri, come l’arresto di una banda in Kenya all’inizio di quest’anno, è chiaro che siamo molto lontani dalla soluzione finale. L’unica potrebbe essere tagliare il problema alla fonte, e cioè spiegare ai potenziali acquirenti l’inutilità dei medicinali ed il pericolo ecologico delle corna di rinoceronte, anche se potrebbe non servire a molto.
L’idea di togliere le corna ai rinoceronti selvatici con un tranquillante rappresenta ancora un pericolo per l’animale, il quale non viene direttamente ucciso, ma rischia di morire a causa della droga che gli viene iniettata, o a causa di qualche altro predatore dato che non può più difendersi senza il corno. Tra le tante idee proposte, ce ne sono anche di più estreme, come l’iniezione di veleno nelle corna di rinoceronte in modo che chiunque le utilizzi muoia, ma davvero si spera di non arrivare a tanto.
Fonte: [Treehugger]
Eula 1 Marzo 2017 il 3:05 am
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