Nel rapporto Toxic tech: non nel nostro cortile, Green Peace denuncia il grave problema ecologico dei rifiuti elettronici.
In base ai dati delle vendite globali di prodotti elettronici e di alta tecnologia, si è ricavata la corrispettiva quantità di rifiuti prodotta dall’industria tecnologica.
I dati emersi sono a dir poco preoccupanti: la quantità di questi rifiuti cresce in maniera esorbitante e nel contempo diminuisce il loro riutilizzo e riciclaggio.L’ONU ha stimato che ogni anno si producono tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici, che corrisponderebbero a circa il 5% della produzione globale di rifiuti solidi.
Ma dove finisce questa montagna di scarti hi-tech?Mistero…
Sembra essere sconosciuta la destinazione di questa ingente quantità di rifiuti che, come un flusso nascosto, scorre laddove i sistemi di recupero attualmente all’opera non possono intercettarla.E dove se non verso i Paesi in via di sviluppo?
Se è vero che molti prodotti elettronici ormai fuori uso o inutilizzati finiscono nei garage e nelle soffitte, o nelle discariche e negli inceneritori, è altresì provato che la maggior parte dei rottami tecnologici finisce in Asia e in Africa, tramite un’esportazione che definire illegale è poca cosa.
Si dovrebbe infatti qualificarla come esportazione letale, dal momento che questi rifiuti sprigionano pericolose sostanze chimiche e spesso i lavoratori (in maggior numero bambini) vi vengono a contatto, senza alcun tipo di protezione adeguata.
I rischi per la salute e per l’ambiente sono enormi ed entro il 2010 la produzione di rifiuti elettrici nei Paesi in via di sviluppo è destinata a triplicare.
Per evitare che svaniscano nel nulla bisognerebbe applicare il principio della responsabilità del produttore, che deve farsi garante della gestione dei prodotti a fine utilizzo.
Altra soluzione auspicabile è progettare prodotti privi di sostanze tossiche, favorendone così il riciclaggio dei materiali.
andrei a fareinculo 6 Maggio 2008 il 9:07 am
cioè napoli anche se non c’entra adesso mi dispiace dirlo ma gigi d’agostino me l’ha rovinata è sempre sotto shock allo chalet quindi deduciamo che la mafia è a la gare che poi ha chiuso e è andata al vertigo dove i pop kinder si mangiano le paste…. ora come ora non so cosa dire, arrivederci e grazie per averci ascoltato!se non lo pubblicate il rock city chiude e siamo obbligati ad andare al pigalle e pick up e templares e 2 di cigliano e pervert gold dove ci sono i pisciaturi che si credono fighi ma loro non sanno che fanno ridere..e quindi torniamo sul discorso di napoli, dove i rifiuti ammontano abbestia!!!
sekhmet 20 Giugno 2008 il 7:51 pm
Il tema di questo articolo è Dove Finiscono i Rifiuti Tecnologici…
Cina. E’ la più grande nazione di riciclaggio dell’elettronica. Naturalmente tutto il lavoro più “sporco” chi lo esegue e a quale prezzo? i cittadini (schiavi) Cinesi che dissaldano la componentistica (chips, resistenze, condensatori,…) interamente e solamente a mano, così, visto che non hanno da mangiare, si fanno passare l’appetito respirando i vapori altamente tossici del piombo e leghe affini che si sprigionano durante tale processo. La componentistica di precisione utilizza per i vari collegamenti, oro, argento e metalli preziosi per la loro velocità di trasmissione dovuta alla minor “resistenza” elettrica. Così ogni anno vengono recuperati quintali di oro, argento, rame.. e loro accumulano cancro, sclerotizzazione alle vie respiratorie e tumori della pelle e delle ossa; insomma uno scambio equo e solidale, non vi pare?
nana hayne 5 Settembre 2008 il 5:20 pm
Sto a Napoli in questo esatto momento, sono brasiliana, artista plastica e lavoro con rifuti tecnologico…lo ASSURDO: NESSUN tecnico che ripara i computers qui, mi puo dare NIENTE rovinato, credetemi?
Paola Pagliaro 5 Settembre 2008 il 9:02 pm
è una vergogna veramente… grazie per la tua testimonianza