Alla fine dello scorso mese di luglio il Governo italiano ha presentato il PAN, il Piano di Azione Nazionale, per mezzo del quale nel nostro Paese si potrà portare avanti sia lo sviluppo, sia il consolidamento del mercato della produzione di energia da fonti rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico e passando per il solare termico unitamente alla nascita di nuove filiere, tra cui quella del biometano.
A ricordarlo è stata in data odierna la Fiper, Federazione Italiana di Produttori da Fonte Rinnovabile, anche a seguito delle dichiarazioni rilasciate dai numeri uno di alcuni big player dell’energia che, invece, ritengono si debba molto di più puntare sullo sviluppo dell’energia nucleare.
Pur tuttavia, il presidente della Fiper Righini ha posto l’accento sul fatto che le due politiche energetiche, quella del nucleare e quella delle rinnovabili, non siano antitetiche, ed anzi si spingono nella stessa direzione data dagli obiettivi di abbattimento delle emissioni che il nostro Paese dovrà rispettare entro il 2020 a seguito degli impegni presi in sede comunitaria. Inoltre, le rinnovabili, come noto, non solo sono in grado di creare posti di lavoro “verdi”, sulla base di un modello, quello della green economy, che per molti rappresenta non solo il futuro, ma anche un volano per la crescita economica specie in una fase congiunturale difficile come quella attuale, ma l’occupazione viene creata anche in aree per certi versi “impensabili”.
Basta al riguardo considerare l’apporto dato dallo sviluppo e dall’impiego delle biomasse agricole che creano nuovi posti di lavoro in aree a bassa intensità abitativa ed in ambiti montani e rurali dove di certo non c’è abbondanza di richieste di nuova occupazione. Anche per questo, secondo il Presidente Righini, è grave ma nello stesso tempo preoccupante che i big player dell’energia guardino al nucleare e non effettuino una valutazione sul rapporto tra costi ed opportunità offerte sia dal biometano made in Italy, sia dalla produzione di energia termica da fonti rinnovabili.