L’industria dei combustibili puliti in Europa continua a crescere, e seppure rispetto al passato l’incremento di produzione sia diminuito leggermente, il segno positivo per il nono anno consecutivo (dati 2009) è più che incoraggiante.
Secondo i dati di eBio (European bioethanol fuel association), attualmente in Europa si producono 3,7 miliardi di bioetanolo, di cui un terzo (1,25 miliardi) solo in Francia. Stilando una sorta di classifica dei Paesi produttori però, scopriamo che l’Italia è molto indietro, dato che si trova all’undicesimo posto su 17 Paesi superata, oltre che dalla Francia, anche da Germania, Spagna, Austria, Svezia, Polonia, Ungheria, Belgio, Slovacchia e Repubblica Ceca.
L’incremento totale rispetto all’anno 2008 è del 31% (20% in Italia), meno di quello registrato l’anno precedente (60%), ma questo dato è dovuto più all’eccezionalità dell’annata 2008 che alla diminuzione di quest’anno. Le nazioni da premiare con una “biomedaglia” quest’anno sono Austria e Svezia che sono riuscite a più che raddoppiare la propria produzione, registrando rispettivamente un +102% e +124%.
Se i numeri ci possono sembrare alti però, confrontati con il resto del mondo impallidiscono. Secondo lo studio di eBio, nonostante il nostro incremento, negli Stati Uniti in un mese si produce tanto bioetanolo quanto se ne produce in un anno in Europa, ed anche il Brasile ne produce molto di più. Il Vecchio Continente rimane comunque il maggior consumatore, specialmente nei Paesi del Nord come la Germania che da sola consuma quasi un terzo di tutta la produzione europea, seguita da Francia e Svezia.
Ma cos’è il bioetanolo? Per bioetanolo si intende un combustibile simile alla benzina, ma non derivante da fossili, e quindi non inquinante. Si tratta infatti di un combustibile rinnovabile prodotto attraverso la fermentazione degli zuccheri di canna e barbabietola, o rompendo l’amido in grani da frumento, segale, orzo o mais in zuccheri. Nella UE il bioetanolo è prodotto principalmente dai cereali, con grano e mais come materie prime più usate, in Brasile da canna da zucchero e negli Stati Uniti dal granturco.