Singolare protesta di Greenpeace questa mattina a Piazza di Spagna, Roma. Gli attivisti hanno arenato una balena gigante sulla scalinata di Trinità dei Monti. Il cetaceo, lungo 15 metri, fa da sfondo allo striscione: Le balene non sono in vendita.
In occasione dell’apertura della 62esima riunione della commissione baleniera internazionale (Iwc), che inizia oggi ad Agadir in Marocco, Greenpeace fa sentire la sua voce, esprimendo il suo dissenso contro la riapertura alla caccia commerciale delle balene, che metterebbe a repentaglio la moratoria in vigore da 24 anni.
L’Italia si è sempre dichiarata contraria, ma per l’associazione ambientalista non basta. Occorre, infatti, che il nostro Paese si impegni a denunciare la compravendita di voti all’interno dell’Iwc. Stando ad un’inchiesta realizzata dal Sunday Times, sembra infatti che il voto delle nazioni più povere venga acquistato illecitamente da Paesi interessati alla riapertura della caccia: in primis, manco a dirlo, il Giappone.
Spiega Greenpeace in una nota:
Con la promessa di soldi e la metodica corruzione i paesi balenieri stanno cercando di raggiungere la maggioranza mentre si è veramente a un passo dalla riapertura della caccia commerciale alle balene che potrebbe compromettere la moratoria in vigore da ben 24 anni. L’Italia sta zitta sulla compravendita di voti che minaccia le balene.
Il 14 giugno scorso, Greenpeace ha rivolto una lettera-appello ai ministri dell’ambiente e delle politiche agricole italiani invitandoli ad intervenire per impedire a pochi Paesi di pagarsi il diritto di cacciare le balene. Come spiega la stessa Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace:
Apprezziamo la posizione dell’Italia fortemente contraria alla caccia baleniera ma questo non basta per salvarle. E’ necessario che tutti i paesi contrari alla caccia alle balene denuncino la compravendita dei voti all’Iwc e impediscano a pochi paesi di pagarsi il diritto di cacciare le balene.
Nei prossimi cinque giorni ad Agadir si deciderà il futuro delle balene, il rischio è di veder legittimata la caccia di Giappone, Norvegia e Islanda. E se non siete ancora convinti che la causa di Greenpeace sia giusta, vi rimando ad una fotogallery che pubblicammo su Ecologiae qualche tempo fa con le cruente immagini della strage delle balene alle isole Far Oer.
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