Le celle solari a base di silicio potrebbero rappresentare un punto di svolta per l’espansione su vasta scala della tecnologia solare, anche se finora la promessa supera di gran lunga quella che è la realtà. Anche se il fotovoltaico al silicio è infatti disponibile per convertire la luce solare in energia elettrica, il costo di questa energia solare è proibitivo per l’utilizzo su vasta scala.
I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), tuttavia, stanno sviluppando un nuovo approccio che potrebbe ridurre notevolmente questi costi. La chiave del loro successo sta nella scoperta di un modo migliore per intrappolare la luce del sole.
Attraverso la fabbricazione di nanofili di silicio, siamo stati in grado di aumentare la luce catturata nelle nostre cellule solari, spiega il chimico Peidong Yang, che ha condotto lo studio. Dal momento che la tecnica di fabbricazione dietro questo rivoluzionario metodo di cattura della luce è un processo relativamente semplice, basato sulla chimica, crediamo che il nostro approccio possa rappresentare un percorso economicamente sostenibile verso celle solari ad alto rendimento ed a basso costo.
“Le celle solari standard sono realizzate da silicio monocristallino puro molto costoso, e richiedono circa 100 micrometri di spessore per assorbire la maggior parte della luce solare, mentre i nostri nanofili sono fabbricati da film di silicio che sono di solo otto micrometri circa di spessore “, dice. “Inoltre, il nostro approccio dovrebbe in linea di principio permetterci di utilizzare silicio di tipo metallurgico, sporco, piuttosto che i cristalli di silicio ultrapuro ora necessari, il che dovrebbe ridurre ulteriormente i costi.”
Il problema dei costi delle moderne tecnologie solari, e in genere un po’ il nodo da sciogliere di tutte le energie rinnovabili, è fondamentale da risolvere perchè è anche il fattore che impedisce, a tutt’oggi, la diffusione delle energie pulite su vasta scala. Yang ha descritto nei dettagli questa ricerca in un articolo pubblicato sulla rivista Nano Letters.
[Fonte: Sciencedaily]
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