In linea con le attese e le indiscrezioni di stampa, la convocazione della Conferenza Unificata, per discutere sul nuovo “Conto Energia” e sulle linee guida per il fotovoltaico in Italia, è saltata. A questo punto tutto è rimandato a dopo le elezioni regionali 2010, ma l’Aper, Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili, nel riscontrare con rammarico l’accaduto, che impone un nuovo stop ed un nuovo rinvio su regole chiare e certe per il futuro del fotovoltaico in Italia, sottolinea come in questo modo si rischia nel settore delle fonti rinnovabili la paralisi degli investimenti. Il fatto che il nuovo “Conto Energia” sia bloccato, infatti, non aiuta un mercato che deve chiaramente pianificare su dati certi le proprie politiche di sviluppo, anche territoriali e geografiche, per la realizzazione degli impianti fotovoltaici.
Non a caso Roberto Longo, Presidente dell’Aper, ha posto l’accento su come gli incentivi in Conto Energia attualmente in vigore siano validi solamente per l’anno in corso, mentre nulla di certo si può dire sul futuro con conseguenti ripercussioni negativi sull’attività di pianificazione a medio termine delle imprese del comparto. Critico è il giudizio del membro del Consiglio dell’Aper, con delega al fotovoltaico, Pietro Pacchione, il quale ha messo in evidenza come si sia arrivati a questo punto a causa dell’incapacità delle istituzioni di far funzionare i meccanismi decisori in maniera efficace. Anche per questo l’Aper caldeggia, in recepimento della direttiva comunitaria 2009/28/CE, il coinvolgimento di tutti gli stakeholder in materia di decisioni per la politica energetica nel nostro Paese.
Questo affinché le tempistiche possano essere rispettate e, come diretta conseguenza, possano essere subito sfruttati tutti quei benefici economici, sociali ed ambientali offerti dal fotovoltaico ed in generale dal settore delle rinnovabili. In virtù di questo prolungato immobilismo, Pietro Pacchione ha altresì colto l’occasione per dichiarare come “i produttori di energia da fonti rinnovabili non possano più accettare di essere additati come la sola minaccia incombente sulle bollette degli italiani“.