Da qualche tempo il Pentagono sta vagliando diversi progetti sull’energia alternativa. Anche se probabilmente la finalità ultima non è l’ambientalismo, è bene che un’istituzione di questo rilievo dia tanta importanza all’indipendenza energetica. Almeno è un modo per accelerare ulteriormente la ricerca sulle rinnovabili.
E’ di circa un anno fa la notizia degli investimenti proprio del Pentagono sul carburante per jet a base di alghe. Allora, spiegavano gli addetti ai lavori, pareva che l’air force fosse molto vicina ad utilizzare un combustibile con un’impronta di carbonio pari a zero. Si era a livelli ancora sperimentali, ed entro un decennio questa tecnologia si pensava potesse diventare realtà. Ma il Dipartimento della Difesa americana, solo un anno dopo, ha segnalato che il suo sviluppo di combustibili provenienti dalle alghe potrebbe avvenire addirittura molto prima del previsto.
In realtà, si sostiene che potrebbe esserci un costo competitivo con i combustibili fossili entro pochi mesi. La ricercatrice Suzanne Goldberg ha spiegato al The Guardian che entro un mese potrebbe partire la produzione di carburante dalle alghe con un costo competitivo con la sua controparte di combustibili fossili. E la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), l’ufficio competente per questo progetto, che in precedenza aveva lanciato un certo sistema chiamato Internet, potrebbe essere decisiva anche stavolta.
Afferma Goldberg che questa è una novità che potrebbe avere enormi implicazioni per il trasporto a livello mondiale:
I progetti DARPA hanno già estratto il combustibili dagli allevamenti di alghe, al costo di 2 dollari al gallone. Ora è sulla buona strada per iniziare tale processo di raffinazione su larga scala per fornire carburante per i reattori, al costo di meno di 3 dollari al gallone.
Dopotutto c’è da ricordare che anche internet era nato per scopi di strategie militari, e poi è diventato quello che tutti noi oggi conosciamo. Con la possibilità di individuare nelle alghe la fonte di produzione dei biocarburanti per assorbire le emissioni delle centrali elettriche, o dei rifiuti dal deflusso delle acque, potremmo avere una promessa significativa per la produzione di biocarburanti senza entrare in concorrenza con le colture alimentari, le quali finora hanno finora rallentato il processo.
Fonte: [Treehugger]
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