Brasile, Canada, Cina, Stati Uniti, Russia, Norvegia, Giappone e Svezia sono tra i maggiori produttori di energia idroelettrica del mondo. Un problema per le imprese di energia idroelettrica è che le grandi variazioni nella portata dei fiumi e la mancanza di previsioni a lungo termine rendono difficile determinare quanta acqua nella loro dighe deve essere accumulata e liberata.
Ma prescindendo dalle informazioni dei modelli climatici globali e dalla combinazione con i dati delle misurazioni locali, i ricercatori della Lund University School of Engineering (LTH) hanno sviluppato un metodo che produce previsioni due volte più affidabili dei metodi tradizionali, comportando così un abbattimento dei costi.
In Scandinavia, inverni secchi e freddi comportano le esigenze del riscaldamento in generale, insieme al rischio che i livelli dei serbatoi idroelettrici siano bassi in primavera a causa dell’alto consumo di energia elettrica. Se la neve si scioglie, non è sufficiente a riempire le dighe, e questo può portare ad un drastico aumento dei prezzi per l’energia nel corso dell’anno. Le società devono potere avere previsioni a lungo termine soprattutto durante l’inverno, anche se c’è bisogno di indicazioni sulle risorse idriche tutto l’anno.
In previsione delle risorse di acqua di sorgente, come già nel dicembre-gennaio, è possibile orientare la produzione di energia elettrica in modo che i serbatoi d’acqua vengano svuotati più lentamente, evitando così aumenti del prezzo drammatici nelle stagioni successive. La necessità di controllare i flussi di acqua è tanto più grande perché la il valore dell’acqua nelle dighe varia di pari passo con il prezzo dell’energia elettrica
dice Cintia Bertacchi Uvo, professore di ingegneria delle risorse idriche alla LTH. Oggi non esiste un modo sicuro di sapere in anticipo quanta acqua sarà disponibile nei fiumi svedesi e norvegesi, e quindi in serbatoi d’acqua, a seguito della fusione primaverile. I fenomeni climatici che sono correlati nei modelli previsti al computer sono delle variazioni naturali del sistema basati sull’alta e bassa pressione, e che sono già noti per essere di grande importanza nel determinare se l’inverno scandinavo sarà mite e piovoso o secco e freddo.
Il modello, che gli scienziati Lund hanno sviluppato tiene conto anche dei dati sulla temperatura e sulla direzione e la forza del vento, da cui è possibile stimare la quantità di neve che si dovrebbe accumulare durante l’inverno. Spiega Kean Foster, ingegnere delle risorse idriche
E’ possibile applicare il metodo in Paesi diversi con differenti condizioni di tempo, a seconda del clima del paese. Un esempio concreto, che dimostra la necessità di previsioni si è verificato nella primavera del 2003, quando i prezzi dell’energia in Svezia è più che triplicato in poco tempo. La ragione è che la precipitazione che avviene normalmente in autunno non si era materializzata. Se le centrali idroelettriche avessero avuto accesso alle previsioni climatiche rilevanti durante l’estate e in autunno, non avrebbero svuotato le riserve idriche prematuramente, che è quello che è successo.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Hydrology Research, e il modello sarà testato a Statkraft in Norvegia.
Fonte: [Sciencedaily]
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