Greenpeace blocca l’EPR, il nuovo cantiere nucleare in Francia: non è sicuro

di Redazione 5

Il principale problema quando si parla di nucleare è quello della sicurezza delle centrali.
Gli impianti di nuova generazione non presentano particolari rischi, se, e ribadiamo se, tutte le norme venissero rispettate.
La polemica che oggi sorge intorno all’atomo deriva proprio da questo: nessuno è contro questo tipo di energia a priori, ma in molti sono consapevoli degli interessi economici che stanno dietro alla costruzione delle centrali.

Un esempio: le barre per lo spegnimento di Chernobyl erano state costruite in grafite e mancavano inoltre i coperchi (canali di contenimento), malgrado si sapesse il pericolo di una simile mancanza. Tutto per un risparmio del 30% sui costi. Si, ma quanta gente è morta e continua a morire? Risparmiare sul denaro e pagare con la vita degli innocenti, questo è l’uomo.
Anzi, se questo è un uomo, come diceva Primo Levi.
A proposito di sicurezza delle centrali nucleari, gli attivisti di Greenpeace stanno attuando una protesta in Francia, bloccando il neo-cantiere dell’EPR (European Pressured Reactor) di Flamanville, dal momento che non sarebbe affatto a norma.


Malgrado l’Agenzia per la sicurezza nucleare francese avesse bloccato i lavori il 21 maggio scorso, la costruzione sta infatti proseguendo come se nulla fosse.
E i motivi del blocco da parte dell’Agenzia non erano certo irregolarità da poco, citiamo l’Ansa: gravi probelmi e infrazioni in fase di costruzione.

Ora ci chiediamo: se anche in Francia iniziano ad eludere le norme in fase di costruzione, ancora prima che i reattori entrino in funzione, come possiamo prendere ad esempio ogni volta la Francia o gli altri Paesei europei?
Quando vi dicono:”lo fanno in Germania” e funziona, “lo fanno in Francia” e funziona, non è affatto vero.
Oggi in televisione non si parlerà delle scorrettezze in fase di costruzione dell’EPR: si parlerà del vestito nuovo di Carla Bruni, della sbronza del principe Henry, dell’ex moglie di Sarkozy che si è risposata.
Magari ci faranno vedere persino l’ecografia in diretta di qualche rampollo reale, ma gli attivisti di Greenpeace incatenati a protestare a Flamanville, non li vedrete. E sarei felice di sbagliarmi.

Ma a noi di Ecologiae questa notizia, invece, interessa.
Ecco i fatti: venti attivisti di Greenpeace stanno impedendo l’ingresso ai camion che trasportano ghiaia e sabbia all’impianto.
La protesta è iniziata il 24 giugno e sono state bloccate le entrate di Lieusaint, Montebourg e Doville.
I manifestanti si sono muniti di catene, lucchetti e barili di finte scorie nucleari.

Greenpeace si chiede come mai i lavori non si siano fermati, dal momento che l’Agenzia per la sicurezza aveva rilevato gravi infrazioni.
Nessuna di queste, dal 21 maggio ad oggi, è infatti stata risolta.
Tutto questo per risparmiare come spiega in una nota Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace:
Il nuovo reattore Epr di terza generazione ci e’ stato presentato come sicuro, affidabile e piu’ economico dei vecchi reattori.
Per tagliare i costi, si procede con scarsa qualita’ nei subappalti anche delle componenti piu’ importanti, come la base di cemento e il contenitore in acciaio del reattore.
Anche se i controlli mostrano gravi non conformita’, i lavori procedono come se nulla fosse: di quale sicurezza stiamo parlando?
Ce lo chiediamo anche noi: di quale sicurezza stiamo parlando?
Quella che a fine realizzazione del cantiere, i costruttori avranno più soldi in tasca?
O quella della popolazione che vive in quella zona?
[Fonte: www.ansa.it]

Commenti (5)

  1. …Ma Se Qualcosa Dopo Esplode Chi Mettono In Gattabuia?

  2. …Quando vi dicono:”lo fanno in Germania” e funziona, “lo fanno in Francia” e funziona, non è affatto vero…
    Ma quando vi dicono: l’hanno fatto un consorzio di finanziatori “privati” (che però fanno parte, in ambito amministrativo, delle alte sfere dei maggiori distributori nazionali di energia) mascherati da buoni propositi, cominciate a dubitare anche solo della bontà della “matita” che sta facendo il progetto sulla carta.
    E’ finito il tempo del “l’ho fatto tutto da me”. I costi sarebbero abbastanza contenuti. Progetti di tale portata sono una delle “portate” al tavolo intorno al quale si riuniscono i vertici per discutere e “saggiare” qual’è la loro parte: petto, ala o coscia? Difficilissimamente metterebbero una commissione che faccia la parte del porta voce del popolo, in modo da poter consentire a competenti esterni e indipendenti, di poter verificare che la catena progettuale-costruttiva proceda come si deve (probabilmente nemmeno sotto minaccia). L’entrata a far parte degli “Stati Uniti d’Europa” non può concedere più quasi nulla alla intraprendenza “locale”, ma si deve assoggettare alla globalizzazione in atto. Si devono forzare i tempi esecutivi (quindi chiudendo un’occhio qua e la) perchè chi controlla le materie prime fossili, è entrato chissà da quale parte in questo consesso di “tecnocrati”. L’imperativo è Speculare, creando confusione ovunque e comunque. Ci vorrebbero più ativisti che vadano a manifestare con tutti i mezzi possibili, ma dove li possiamo reclutare? o dove ci sono scuole di pensiero ambientalista forti a tal punto da riuscire a sensibilizzare la gente? Come a giustamente detto la Pagliaro, finchè dai media ci propinano in prima pagina le “emorroidi” che la parietta e consorelle si sono fatte fare al posto delle labbra…o dei tacchi a spillo che entrano a far parte del parlamento (e la cosa ancor più triste è che questa piccola-grande onorevole c’è saltata a piè pari nelle ansa)…transeat. Bill Gate ha lasciato Microsoft, ma ha anche lasciato in eredità una popolazione di consumisti del computer, che lo utilizzano per i video games, anzicchè navigare in rete per guardare in faccia il mondo…

  3. non dimentichiamo il bio-parrucchino del cavalliere mascarato e i suoi candidi denti e il suo look…avete per caso notato che da un completo elegante ma sobrio cpn cravatta, è passato a camicia sempre nera e senza cravatta e plurale maiestatis anche quando non servirebbe?

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