Si sente spesso parlare di vetture che funzionano ad acqua, anche se le leggende metropolitane che si inseguono su questo tema sono sempre in circolazione. Ma pare che stavolta sia vera. Un ragazzo “normale”, quindi nè un’azienda di autoveicoli nè qualche cervellone dell’intelligence militare, è riuscito ad inventare un carburatore speciale nel suo garage: un carburatore che va ad acqua. Speriamo che i diritti di brevetto non vadano ad una compagnia petrolifera, visto che, e questa è più di una leggenda metropolitana, è capitato che acquistino i brevetti di idee così geniali per poi sopprimerle per non rovinare il mercato della benzina.
Vi è certamente il potenziale per aumentare l’efficienza totale del carburante dei veicoli alimentati ad ICE (internal combustion engine), iniettando a bordo dell’idrogeno generato. Idealmente, l’idrogeno sarebbe generato catturando l’energia di scarto, come questo che sfrutta l’uscita dall’alternatore sottoutilizzato per idrolizzare l’acqua. L’ICE esiste già in veicoli a idrogeno in commercio. Essi emettono solo vapore come scarico, e si vede specialmente d’inverno quando unisce l’ossigeno dell’aria con il combustibile a idrogeno, il quale non ha più il nome di “idrocarburo” (le raffinerie attualmente aggiungono milioni di tonnellate di idrogeno ogni anno in distillazioni intermedie in quello che è conosciuto come un processo “di prim’ordine”).
Gli studenti di ingegneria dell’Università del Wisconsin hanno redatto i propri disegni, sulla base delle caratteristiche esistenti dello scooter Vespa, ed hanno stipulato una partnership con Beloit, società che produce acqua-scooter. Gli elettrodi sono alimentati da una carica dall’alternatore del ciclomotore e separano l’acqua in ossigeno e idrogeno. Dopodiché incanalano l’idrogeno direttamente nel cilindro del motore tramite un tubo in acciaio inox.
Una volta nel motore, l’idrogeno produce una combustione più completa, secondo Anderson, uno degli “inventori”, il che significa che il motore utilizza il carburante in maniera più efficiente. Chissà che l’italiana Piaggio, che produce proprio la Vespa, non decida di utilizzare tale invenzione nei suoi prossimi modelli.
Fonte: [Treehugger]
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