Proprio poche ore fa è stato siglato l’ennesimo accordo tra l’Italia ed un Paese straniero (stavolta è toccato alla Russia) che riguarda la costruzione delle centrali nucleari nel nostro territorio. Una data più sbagliata il Governo non poteva sceglierla, visto che oggi ricorre il ventiquattresimo anniversario della strage di Cernobyl.
Si tratta dell’evento più terribile della storia europea in quanto l’esplosione della centrale nucleare ucraina ha provocato danni che ancora oggi, a quasi un quarto di secolo di distanza, stiamo pagando. Le autorità dell’epoca cercarono di limitare i danni dichiarando che le morti legate al disastro furono “solo” 65. In realtà furono conteggiate solo le morti dirette, cioè quelle dei dipendenti e degli abitanti vicino la centrale che furono coinvolti dall’esplosione.
L’accademia Russa delle Scienze ha poi rivisto il dato a distanza di qualche anno per constatare i decessi dovuti alla fuga di radiazioni, portando il numero delle morti a 9 mila, ma secondo le agenzie internazionali i morti indirettamente collegati all’esplosione sono stati almeno duecentomila.
Per non dimenticarci di questa tragedia, e del referendum che pochi mesi dopo gli italiani firmarono per dire no al nucleare, gli attivisti di Greenpeace sono scesi oggi in piazza davanti a Montecitorio per protestare e mostrare al mondo le immagini dei danni che l’energia più instabile e insicura ha provocato negli anni, e che il Governo italiano sta cercando di cancellare dalla memoria degli italiani.