La lotta allo smog e all’inquinamento atmosferico sono i nuovi obiettivi dell’Unione europea che ha decretato il 2013 l’anno europeo dell’aria. Le morti premature dovute alle emissioni di CO2 e di altri gas serra sono “inaccetabili” ha dichiarato il commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik e solo con una politica internazionale efficace si può contribuire al miglioramento della qualità dell’aria, e della vita dei cittadini europei.
Si torna a parlare di smog e di inquinamento atmosferico dopo la pubblicazione del rapporto sulla qualità dell’aria nelle città europee realizzato da Eurobarometro. La situazione è più grave di quel che si crede, tanto che la Commissione all’Ambiente, capeggiata da Janez Potocnik, ha stabilito che il 2013 saràl’anno europeo dell’aria. Nuovi finanziamenti e fondi per lo sviluppo di politiche internazionali a favore di misure di riduzione e abbassamento delle emissioni di CO2 e gas serra per tutti gli stati membri dell’Unione sono attesi già a partire dai prossimi mesi. Si deve intervenire perché ogni anno, dati alla mano, almeno 420mila persone in Europa perdono la vita a causa dell’inquinamento. Come ha commentato il commissario all’Ambiente Potocnik
E’ una cifra semplicemente inaccetabile.
Con le moderne tecnologie per la lotta all’inquinamento, l’Unione europea potrebbe salvare 100mila vite ogni anno. Da Bruxelles sono emersi 5 punti che dovranno essere sviluppati:
- coordinamento delle politiche a livello nazionale, regionale e locale;
- peristenza dell’inquinamento transfrontaliero;
- mancata riduzione delle emissioni dovute al traffico cittadino in tutte le città europee;
- mancato coinvolgimento di tutti i settori responsabili dell’inquinamento;
- mancanza di sinergia nelle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici.
Da qui si deve partire per migliorare gli standard Ue sulla qualità dell’aria. Si rende necessario, spiega Potocnik
Assicurare il rispetto della legislazione attuale al più presto possibile.
Tutti gli stati devono collaborare nel rispetto degli obiettivi del 2050, Italia compresa che deve ancora risarcire l’Unione dal superamento dei limiti di Pm10 negli anni 2006 e 2007.
[Fonte: Ansa]
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