L’opera ecologica di Barack Obama comincia a dare i suoi frutti in tutto il mondo. Mentre fino a qualche mese fa l’Unione Europea tentava in tutti i modi di prendere decisioni di carattere ecologico per salvare l’ambiente praticamente da sola, gli Stati Uniti, con i soliti interessi da difendere di Bush, tentavano di mettere i bastoni tra le ruote della Ue, mentre l’Onu stava a guardare e tentava di prender tempo.
Dall’insediamento di Obama qualcosa si è mosso. Gli intenti verdi del neopresidente Usa hanno dato una scossa al livello di guardia internazionale, che adesso tenta di accelerare l’iter ambientalista e tentare anche di osare un pò di più. Il prossimo dicembre a Copenaghen si terrà la conferenza sull’ambiente definitiva, quella che sancirà le prime direttive a cui tutti si dovranno attenere, e probabilmente verrà un colpo al nostro Presidente del Consiglio, sempre con il braccino corto quando si parla di ambiente, quando sentirà le proposte di Dimas.
175 miliardi di euro entro il 2015. E’ questa la bolletta che il commissario europeo all’ambiente Stavros Dimas presenterà alle 40-50 superpotenze mondiali per affrontare la sfida decisiva all’inquinamento. L’obiettivo, fanno sapere da Bruxelles, è di coinvolgere quanti più Paesi possibile in questa trasformazione, dato che non possono essere soltanto i 20 Paesi più industrializzati a pagare per tutti, ma ogni nazione si deve adeguare. E così succede che 30 miliardi saranno destinati ad aiutare i Paesi poveri ad emergere e ben 95 andranno a quelle economie in via di sviluppo (Cina, Brasile e India) per intraprendere piani di industrialismo verde, mettendo da parte tutte quelle aziende inquinanti che stanno superando i livelli europei, e dare una grossa mano alla lotta ecologica.
Ban-ki Moon fa sapere di essere d’accordo, Obama sembra voler fare ancora meglio, l’Europa punta in alto, chissà come la prenderà l’Italia. La crisi economica per allora dovrebbe essere passata, chissà quale sarà la prossima scusa.